Emergenza referti bloccati in Sicilia: oltre 3mila campioni in attesa di analisi - Socialmedialife.it
La situazione sanitaria in Sicilia ha raggiunto un punto critico con oltre 3.300 referti istologici bloccati nelle strutture sanitarie dell’isola. La questione è stata recentemente approfondita in una riunione d’urgenza convocata dall’assessore della Salute, Daniela Faraoni, a seguito di un incontro tra il presidente della Regione, Renato Schifani, e il direttore generale dell’Asp trapanese, Ferdinando Croce. Il governo regionale ha fissato come obiettivo un piano di smaltimento per il 14 marzo, con l’intenzione di rimediare a una situazione che richiede interventi tempestivi e coordinati.
La problematica dei referti arretrati coinvolge ben 1.405 campioni del 2024 e 1.908 del 2025, portando il totale a una cifra preoccupante. Questi dati evidenziano non solo l’entità dell’emergenza sanitaria, ma anche le possibili conseguenze per i pazienti, che rischiano di vivere nell’incertezza riguardo alla propria salute. La gestione delle istologie è cruciale non solo per la diagnosi ma anche per l’individuazione di terapie appropriate, rendendo necessaria una rapida risoluzione del problema.
Le strutture sanitarie interessate dalla crisi includono numerosi poliambulatori e ospedali della Sicilia, molti dei quali si trovano già in difficoltà operative. Per affrontare questa situazione, è stata avviata una collaborazione con strutture convenzionate già nelle settimane passate, ma ora si è passati alla fase di implementazione del piano d’azione.
Per garantire un’efficace risoluzione dell’emergenza, è stato stilato un piano che prevede la distribuzione del carico di lavoro tra diverse Asp, tra cui quelle di Palermo, Catania e Caltanissetta. Oltre a queste, per accelerare il processo, ci sono anche i noti ospedali Villa Sofia-Cervello, Civico e la Fondazione Giglio. Ogni struttura sanitaria è stata assegnata il compito di refertare circa 300 campioni, puntando a rispettare la scadenza del 14 marzo. Questo approccio mira a uniformare il flusso di lavoro e a garantire che ogni campione sia analizzato con la massima priorità possibile.
Il Policlinico di Palermo, per sua parte, si occuperà di concentrarsi principalmente sui referti risalenti al 2024. Questo focus strategico è pensato per snellire il processo e garantire il rispetto delle tempistiche stabilite. Tuttavia, è fondamentale che ogni struttura coinvolta operi in sinergia per evitare ulteriori ritardi e alleviare le preoccupazioni dei pazienti.
Le tempistiche di refertazione nelle strutture sanitarie coinvolte variano notevolmente. In media, i tempi sono compresi tra i 7 e i 14 giorni per i campioni classificati come prioritari. Tuttavia, per quelli che, secondo il triage, risultano non urgenti, i tempi possono allungarsi ulteriormente, arrivando a un massimo di altri 10 giorni. Questa differenza di trattamento dei campioni rappresenta una causa di frustrazione tra i pazienti in attesa di diagnosi, sottolineando l’urgenza di trovare soluzioni per sostenere le strutture sanitarie e, allo stesso tempo, garantire la salute dei cittadini.
Senza un intervento incisivo, la situazione rischia di compromettere non solo la qualità delle cure, ma anche la fiducia della popolazione nel sistema sanitario regionale, rendendo necessari continui monitoraggi della situazione e un impegno costante per migliorare i servizi offerti. La sfida ora è quella di garantire un equilibrio tra efficienza e qualità, per poter far fronte a un’emergenza sanitaria che coinvolge direttamente i cittadini siciliani.