Emergenza disturbi alimentari: cresce la prevalenza tra i giovani italiani

La Giornata del Fiocchetto Lilla evidenzia l’aumento allarmante dei disturbi alimentari tra i giovani italiani, con un’incidenza raddoppiata e una crescente difficoltà nel percorso di cura.
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Emergenza disturbi alimentari: cresce la prevalenza tra i giovani italiani - Socialmedialife.it

La Giornata del Fiocchetto Lilla, un’iniziativa dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, ha fatto emergere una realtà allarmante. Il Consiglio Nazionale dei Giovani ha lanciato un grido d’allerta su una crisi che colpisce le nuove generazioni e che si fa sempre più seria. I dati rivelano che l’incidenza di questi disturbi è in aumento, interessando sempre più il mondo giovanile e abbassando l’età di insorgenza.

L’aumento dei disturbi alimentari tra i giovani

Negli ultimi tre anni, i disturbi alimentari tra i giovani italiani hanno visto un incremento preoccupante, con i casi che si sono più che raddoppiati. “L’età media di insorgenza è calata drasticamente, inclementando a bambini di soli 8-9 anni,” ha detto Maria Cristina Pisani, presidente del Cng. Questi disturbi, come l’anoressia e la bulimia, rappresentano oggi la seconda causa di morte tra i giovani, subito dopo gli incidenti stradali.

L’ultima indagine realizzata dal Cng, con il supporto dell’Istituto Piepoli, ha rivelato che il 25% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha dichiarato di aver sofferto di disordini alimentari, una percentuale nettamente superiore alla media nazionale, che si attesta attorno al 15%. Nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, la situazione si fa ancora più grave, con una presenza del 29%. Questi dati destano forte preoccupazione, mettendo in luce un fenomeno in crescita che coinvolge sempre più adolescenti e giovani adulti.

Le difficoltà dei giovani nel percorso di cura

Le difficoltà nel percorso di cura per molti di questi giovani sono multiple e complesse. Tra i partecipanti all’indagine, il 35% ha indicato l’isolamento e la solitudine come barriere significative. Spesso i giovani si trovano a combattere contro la malattia in una situazione di forte solitudine, che amplifica il loro dolore e la loro sofferenza. A questo si aggiunge la mancanza di supporto psicologico, segnalata dal 23% degli intervistati, a sua volta correlata a una scarsa informazione e consapevolezza sul tema, evidenziata dal 22% dei partecipanti.

Non solo, anche il timore del giudizio sociale emerge come un fattore critico, con il 16% degli intervistati che ha affermato che questa paura ha ostacolato la richiesta di aiuto. Queste difficoltà rappresentano un ostacolo significativo per chi si trova a fronteggiare un disturbo alimentare e rilevano l’urgenza di una rete di sostegno solida e ben organizzata.

La richiesta di interventi strutturali e di supporto

Maria Cristina Pisani sottolinea la necessità di azioni immediate per affrontare questa emergenza. “È fondamentale un potenziamento strutturale dei servizi pubblici di supporto e prevenzione, anche nelle scuole e nelle università,” ha affermato. L’obiettivo è ridurre l’incidenza di questi disturbi e migliorare la qualità della vita delle nuove generazioni. È stato inoltre evidenziato che metà delle regioni italiane non dispone di un sistema di cura completo, con centri per la cura di disordini alimentari numericamente insufficienti e distribuiti in modo disomogeneo. Le lunghe liste d’attesa rappresentano un ulteriore ostacolo.

Pisani ha poi messo in evidenza l’aspetto umano di questa emergenza. “Dietro ogni numero si cela una storia di sofferenza silenziosa. Troppi giovani avvertono l’isolamento che amplifica il loro dolore. È nostro dovere costruire una rete pubblica di aiuto e ascolto che sia solida e accessibile,” ha concluso. È essenziale garantire che nessuno di loro si senta abbandonato o costretto a combattere nel silenzio.

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