scopri il pensiero femminile attraverso le opere di dieci influenti pensatrici, da simone weil a simone de beauvoir, e il loro impatto sulla filosofia contemporanea
Francesca Romana Recchia Luciani, docente di Filosofie contemporanee e saperi di genere all’ Università di Bari Aldo Moro , lancia un appello al riconoscimento del pensiero femminile con il suo nuovo libro, “Filosofe. Dieci donne che hanno ripensato il mondo”, in uscita il 28 febbraio 2025 per Ponte alle Grazie . L’opera si propone di dare voce a dieci pensatrici , alcune celebri come Simone de Beauvoir e Hannah Arendt, e altre meno conosciute, come Lou Salomé e Maria Zambrano.
L’intento di Recchia Luciani è chiaro: sfidare un canone filosofico storicamente dominato da figure maschili e riscoprire il contributo fondamentale delle donne nel campo della filosofia . La sua ricerca si snoda lungo un percorso anticonformista , invitando i lettori a esplorare una storia “laterale”, ricca di esperienze personali e visioni uniche. L’autrice sottolinea che il pensiero di queste donne non è solo un esercizio teorico, ma un riflesso autentico delle loro vite e delle loro esperienze quotidiane, rendendo il loro contributo tanto affascinante quanto rivoluzionario.
Recchia Luciani mette in evidenza che solo quattro delle dieci pensatrici analizzate erano accademiche , mentre le altre hanno elaborato le loro idee al di fuori delle aule universitarie . “A differenza di come siamo abituati a concepire la filosofia , dove un uomo parla dalla cattedra , queste donne si immergono nel flusso della vita”, afferma l’autrice. Le loro riflessioni sono profondamente legate all’ esperienza esistenziale, utilizzando concetti astratti per interpretare una realtà vissuta corporeamente. Questo approccio sfida l’idea tradizionale del corpo femminile , spesso relegato a un ruolo puramente riproduttivo.
Nonostante il valore delle loro opere, il mondo accademico sembra ignorare queste pensatrici . “Nella filosofia moderna ci sono molte donne di spicco, ma quelle del passato sono spesso trascurate”, osserva Recchia Luciani . Alcune, come Hannah Arendt, sono riconosciute principalmente per i loro studi sui sistemi politici , mentre altre, come Simone de Beauvoir e Carla Lonzi, vengono etichettate come femministe , riducendo così il loro impatto a un ambito ristretto. L’autrice chiarisce che il femminismo non si rivolge esclusivamente alle donne, ma mira a migliorare le relazioni umane oltre le differenze di genere .
La questione della consapevolezza delle donne riguardo alle istanze di emancipazione e ai ruoli imposti dal patriarcato è centrale nel discorso di Recchia Luciani . “È fondamentale riportare alla luce il lavoro e l’impegno delle donne”, afferma. Nonostante i progressi ottenuti in due secoli di lotte femministe , l’autrice rileva un preoccupante ritorno di reazioni maschili contro le libertà conquistate. Le giovani donne, più consapevoli delle lotte delle loro nonne, si trovano ora in una posizione vulnerabile, mentre gli uomini, temendo di perdere privilegi , cercano di riaffermarli.
La consapevolezza diffusa su questi temi è difficile da valutare. “Nelle scuole sembra esserci maggiore attenzione, ma in politica si legifera solo sul corpo delle donne, mai su quello degli uomini”, conclude Recchia Luciani . Questa situazione crea un contesto complesso e sfaccettato per il pensiero e l’ azione femminile nella società contemporanea, dove i progressi sembrano accompagnati da un regresso .