Dieci anni dalla scomparsa di Delia Cajelli: un tributo alla regista bustocca

Il 17 aprile 2025 si celebra il decimo anniversario della scomparsa di Delia Cajelli, regista innovativa e pioniera del teatro italiano, la cui eredità continua a ispirare nuove generazioni.
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Il 17 aprile 2025 segna il decimo anniversario della scomparsa di Delia Cajelli, una figura fondamentale nel panorama teatrale italiano. La regista, originaria di Busto Arsizio, è venuta a mancare all’età di 69 anni, lasciando un’eredità culturale significativa e una passione per il teatro che ha ispirato generazioni. Fino agli ultimi giorni della sua vita, Cajelli era attivamente coinvolta in numerosi progetti artistici.

Gli inizi e la carriera teatrale

Delia Cajelli ha iniziato la sua carriera nel mondo del teatro negli anni Settanta dopo aver conseguito la laurea all’Università Cattolica e aver frequentato un corso di regia al Piccolo Teatro sotto la guida del maestro Giorgio Strehler. La sua passione per il teatro si è manifestata fin da subito con la creazione della prima compagnia teatrale in città, gli Atecnici. Questa formazione giovanile ha dato vita ai primi spettacoli scritti dalla stessa Cajelli e ha avviato un’importante missione: diffondere la cultura teatrale nelle scuole.

Nel corso degli anni, l’impegno della regista si è esteso oltre i confini nazionali. Uno dei momenti più significativi della sua carriera fu l’inaugurazione della cattedrale ricostruita di Lubecca, dove rappresentò una trasposizione teatrale de “La Divina Commedia” di Dante Alighieri. Questo evento rimase impresso nella memoria collettiva non solo per l’importanza storica dell’edificio ma anche per il valore artistico dell’opera presentata.

Cajelli dedicò particolare attenzione al progetto “Teatro nelle scuole“, avviato negli anni Settanta come sfida educativa che sembrava impossibile all’epoca. Con il tempo questo progetto si rivelò vincente e contribuì a portare opere significative come “Se questo è un uomo” nei teatri scolastici del Nord Italia. L’esperienza legata a Primo Levi rimaneva sempre molto toccante per lei.

Il Teatro Sociale e le battaglie culturali

Uno degli aspetti più rilevanti dell’attività di Delia Cajelli fu il suo impegno nella salvaguardia del Teatro Sociale, storico edificio ottocentesco intitolatole nel 2016. La regista combatté strenuamente contro i piani che minacciavano non solo l’integrità fisica del teatro ma anche il suo ruolo culturale nella comunità locale; vi era infatti rischio che potesse essere trasformato in un supermercato o addirittura abbattuto.

In questa lotta trovò sostegno anche da figure illustri come Dario Fo, insignito poco prima del Premio Nobel per la Letteratura. Nonostante le sue aspirazioni affinché il Sociale diventasse Teatro Comunale attraverso l’acquisto da parte delle istituzioni locali non si siano realizzate durante la sua vita, oggi queste idee potrebbero tornare d’attualità mentre continua a essere discusso il futuro dell’edificio.

Un’eredità duratura

Giovanna Bonvicini, operatrice culturale ed amica storica di Delia Cajelli presso l’assessorato alla Cultura locale, ricorda con affetto quanto fosse centrale nella scena artistica bustocca: “Delia è stata davvero sinonimo di teatro,” afferma Bonvicini sottolineando come riuscisse a trasmettere amore verso autori classici come Pirandello o Brecht così come temi contemporanei attraverso le sue opere innovative.

Bonvicini esprime gratitudine nei confronti della regista per aver elevato artisticamente Busto Arsizio e formare generazioni intere; molti dei suoi studenti sono diventati attori noti nel panorama nazionale. In onore dell’eredità lasciata da Cajelli viene proposta ora l’istituzione di un premio dedicato ai giovani talenti emergenti nel campo dello spettacolo proprio con nome suo nome.

La messa in ricordo tenutasi ieri presso il santuario Santa Maria rappresenta solo uno dei tanti omaggi riservati alla memoria della regista bustocca che continua ad ispirare chi ama profondamente quest’arte così complessa ed emozionante.

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