Dente, uno dei nomi più noti del cantautorato indipendente italiano, ha recentemente rilasciato il suo nono album in studio intitolato “Santa tenerezza”. Questo nuovo lavoro si distingue per la sua dedicazione all’amore, affrontando le sue molteplici sfaccettature tra gioia e malinconia. In un’intervista a Open, Dente ha condiviso le sue riflessioni sulla sua carriera e sull’evoluzione della musica italiana.
Un disco dedicato all’amore
“Santa tenerezza” rappresenta una sorta di esorcismo artistico per Dente, al secolo Giuseppe Peveri. Con 49 anni di vita e una carriera che lo ha visto emergere come pioniere del cantautorato indie in Italia, l’artista torna con un’opera che esplora l’amore in tutte le sue forme. Il titolo stesso evoca una dimensione quasi eroica dell’affetto umano, contrapposta alla tendenza della musica contemporanea a trascurare temi romantici.
Dente racconta come inizialmente fosse scettico riguardo alla possibilità che qualcuno potesse identificarsi nelle storie da lui narrate. La sorpresa nel ricevere feedback dal pubblico è stata significativa: «Era molto strano quando mi chiedevano “come fai a sapere tutte queste cose di me?”». Questa connessione emotiva con gli ascoltatori è diventata uno dei tratti distintivi della sua musica.
Nel corso degli anni, Dente ha composto numerose canzoni d’amore che sono state accolte calorosamente dal pubblico. Con “Santa tenerezza”, l’artista continua a costruire su questa eredità musicale, offrendo brani che parlano direttamente al cuore delle persone e invitandole a riflettere sulle proprie esperienze amorose.
L’importanza di Lucio Corsi e Sanremo
Durante l’intervista, Dente si sofferma anche sul valore dell’artista Lucio Corsi nel panorama musicale attuale e sull’importanza del Festival di Sanremo per il cantautorato italiano. Corsi è stato recentemente celebrato come una figura chiave nella rinascita del genere; secondo Dente, la manifestazione offre visibilità cruciale agli artisti emergenti: «A Sanremo quest’anno la gente si è accorta che si può fare musica diversa».
Tuttavia, egli sottolinea anche un aspetto critico: molti artisti talentuosi possono passare inosservati fino al momento in cui non calcano quel palco prestigioso. La domanda retorica su dove fossero i fan prima dell’apparizione di Corsi evidenzia la frustrazione nei confronti dell’industria musicale tradizionale: «Dov’erano tutte quelle persone fino a sei mesi fa?».
Per quanto riguarda il suo rapporto personale con Sanremo, Dente ammette che inizialmente non era interessato alla kermesse canora poiché percepiva due mondi separati tra cui quello della musica indie e quello mainstream: «A noi non fregava niente di quello che succedeva a Sanremo». Oggi però nota un cambiamento significativo nell’approccio del pubblico verso questo evento; i nuovi ascoltatori sembrano più aperti ad accogliere stili musicali diversi da quelli tradizionali.
Un’evoluzione positiva nel panorama musicale
L’apertura verso nuove sonorità sembra essere diventata parte integrante della cultura musicale contemporanea in Italia. Secondo Dente oggi c’è maggiore disponibilità ad apprezzare generazioni diverse di musicisti senza pregiudizi legati ai loro stili o alle loro origini artistiche. Questo cambiamento rappresenta un’opportunità sia per gli artisti affermati sia per quelli emergenti.