Dazi Usa, l’italia e il settore agroalimentare: le conseguenze della guerra commerciale

La crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea minaccia l’export agroalimentare italiano, con dazi che colpiscono prodotti chiave come vino e formaggi, mettendo a rischio il mercato.
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La tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea si intensifica con l’introduzione di dazi che colpiranno diversi settori. Il governo italiano è attento alle ripercussioni, in particolare per il settore agroalimentare, rischiando di compromettere un mercato che negli ultimi anni ha visto crescere le sue vendite. Le aziende italiane, in questo contesto, devono affrontare sfide significative. Scopriamo quali beni sono a rischio e come l’Italia sta rispondendo alla crisi.

L’impatto delle tariffe americane sull’unione europea

Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha reagito all’imposizione da parte degli Stati Uniti di tariffe elevate su acciaio e alluminio, pari al 25%. La risposta, orchestrata dalla Commissione Europea, prevede contromisure per un valore di 26 miliardi di euro. Queste misure non entreranno in vigore immediatamente ma saranno attuate in due fasi: la prima partirà il 1° aprile e coinvolgerà una serie di prodotti, tra cui bourbon, barche e motociclette americane, come le celebri Harley Davidson.

La seconda fase delle contromisure scatterà il 13 aprile, riportando misure più ampie su prodotti industriali e agricoli. I settori colpiti includeranno acciaio, elettrodomestici, tessuti e prodotti alimentari come pollame, manzo e latticini. Queste azioni hanno come obiettivo quello di pareggiare le tariffe imposte dagli Stati Uniti, che attualmente rappresentano una frazione minima dell’export europeo.

Prodotti made in italy sotto pressione

L’industria agroalimentare italiana è tra le più vulnerabili a questa guerra commerciale. Un recente studio di Nomisma su incarico della Cia-Agricoltori Italiani ha evidenziato come, in caso di escalation del conflitto, vari prodotti italiani rischiano seri contraccolpi. L’export agroalimentare verso gli Stati Uniti ha registrato un notevole aumento negli ultimi dieci anni, toccando nel 2024 un fatturato di 7,8 miliardi di euro, significativo dato che gli Stati Uniti si posizionano come un mercato cruciale per il cibo e vino del nostro Paese.

Tra i beni che potrebbero subire l’impatto dei dazi americani ci sono, ad esempio, il Pecorino Romano, che rischia di essere facilmente sostituito da alternative più convenienti. Anche il vino, in particolare i prodotti Dop come il Prosecco, è sotto osservazione: le vendite hanno registrato una crescita del 20% nei primi mesi del 2024, un segnale della domanda elevata negli Usa. Se il conflitto continua, la perdita di quote di mercato rappresenterebbe un duro colpo per l’economia italiana.

La risposta del governo italiano e l’unità dell’ue

Affrontare l’aumento dei dazi americani è una priorità per il governo italiano. Durante un recente question time, il ministro dell’Economia, Giorgetti, ha riconosciuto il potenziale danno che la politica commerciale dell’amministrazione Trump può arrecare all’economia italiana. Le stime indicano un possibile impatto di circa 10 miliardi di euro sulle esportazioni del Made in Italy, una cifra che sottolinea l’importanza del mercato americano per la nazione.

In risposta, il governo sta preparando un piano di azione che prevede un incontro con le imprese per illustrare le misure che verranno adottate. Il ministro degli Esteri, Tajani, ha assicurato che l’Italia collaborerà con l’Unione Europea per difendere i propri interessi e tutelare le aziende meno resistenti ai dazi.

L’intenzione di trump e le sue ripercussioni

Donald Trump, nel frattempo, non è rimasto a guardare e ha già anticipato l’intenzione di introdurre ulteriori dazi in risposta alle contromisure europee. Durante incontri ufficiali, ha dichiarato che l’amministrazione americana è decisa a proteggere i propri interessi commerciali, annunciando dazi potenziali su vini e altri prodotti. In particolare, ha puntato il dito contro l’Unione Europea, definendola un ente ostile che approfitta delle politiche commerciali statunitensi.

Queste dichiarazioni contribuiscono ad aumentare l’incertezza nei mercati e tra i produttori, lasciando così le aziende italiane nell’ansia di novità future. Le case automobilistiche, come Ferrari, stanno già operando per prepararsi a eventuali misure restrittive, ammettendo in lavori di preparazione per affrontare le sfide imminenti.

Mentre il conflitto commerciale continua a svilupparsi, il futuro del settore agroalimentare e del Made in Italy rimane incerto, con la necessità di strategie efficaci e di una cooperazione tra le istituzioni e le imprese.

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