Reazione dell’unione europea ai dazi di trump
ROMA. La recente affermazione di Emmanuel Macron dal Portogallo ha messo in evidenza la risposta dell’Unione Europea ai nuovi dazi imposti da Donald Trump. Macron ha dichiarato che l’Unione Europea adotterà tariffe reciproche su acciaio, alluminio e altri beni. Dopo l’annuncio di mercoledì scorso, che prevede l’introduzione di tariffe fino al 25% sui prodotti europei esportati negli Stati Uniti, i telefoni dei leader europei e dei membri della Commissione hanno iniziato a squillare incessantemente. La settimana prossima si preannuncia cruciale, con un vertice a Londra convocato da Kier Starmer sulla difesa continentale. Inoltre, giovedì a Bruxelles si svolgerà un vertice straordinario dell’Unione, dove il tema dei dazi sarà al centro dei dibattiti. Nel frattempo, Giorgia Meloni, sorpresa dalla rapidità e dalla determinazione del secondo mandato di Trump, si trova costretta a unirsi ai partner europei, abbandonando la sua storica “special relationship” con il presidente americano.
Le dichiarazioni di fazzolari e le tensioni nel centrodestra
Un chiaro indicativo della posizione della premier italiana è rappresentato dalle parole del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, che ha sottolineato l’importanza di trovare un accordo ragionevole tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti in materia commerciale. Tuttavia, la vera sfida per Palazzo Chigi proviene da Matteo Salvini. Durante un evento a Saturnia, il leader della Lega ha contraddetto Fazzolari, esprimendo scetticismo riguardo alle minacce di controdazi da parte di Ursula von der Leyen. Salvini ha affermato di non avere dubbi su quale parte scegliere in un potenziale scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina, sostenendo che la soluzione risieda in relazioni bilaterali solide, piuttosto che in un’alleanza con Macron.
Le tensioni interne al centrodestra si fanno sempre più evidenti. Un esponente di spicco di Fratelli d’Italia, parlando in forma anonima, ha espresso preoccupazione riguardo alla strategia di Salvini, chiedendosi quali vantaggi possa portare al Paese e al suo elettorato. Le frustrazioni sono palpabili, con alcuni membri del partito che si interrogano su quanto possa spingersi Salvini in una posizione che ignora le preoccupazioni del mondo imprenditoriale. Il ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, ha commentato che ognuno deve muoversi in autonomia, riflettendo la tensione tra la linea nazionalista di Salvini e quella più pragmatica di Palazzo Chigi.
Politica commerciale e impatti economici
Chi è esperto di mercati internazionali sa che la politica commerciale è una competenza esclusiva dell’Unione Europea. Le trattative bilaterali, sebbene possano servire a mitigare i danni a specifici settori, non possono sostituire l’approccio collettivo. Fazzolari ha avvertito che i prodotti italiani non riceveranno un trattamento preferenziale e che i dazi sulle auto tedesche avranno un impatto immediato sul nostro sistema produttivo. Le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti non si limitano al settore agroalimentare, ma includono anche meccanica e farmaceutica, rendendo difficile la protezione delle specificità italiane.
Von der leyen a nuova delhi e nuove strategie commerciali
Nel contesto di questo dibattito interno al centrodestra, Ursula von der Leyen si trova a Nuova Delhi per un incontro definito “storico” dal premier indiano Narendra Modi. Questo viaggio, che segna una risposta strategica ai dazi di Trump, mira a stabilire un partenariato commerciale simile a quelli già siglati con Giappone e Corea del Sud. Con von der Leyen, è presente una delegazione di commissari, tra cui il vicepresidente Raffaele Fitto, considerato un fedelissimo di Meloni. Due settimane fa, Modi ha concluso un accordo con Trump per evitare nuovi dazi, promettendo l’acquisto di petrolio, gas e armamenti americani. Mentre Washington minaccia dazi per ottenere concessioni dai partner, Bruxelles sta adottando una strategia di soft power per stringere nuovi accordi di libero scambio, mirando a compensare l’impatto delle tariffe americane. L’agenda di von der Leyen include anche il mercato sudamericano, il Canada, il Messico e la Cina. Dopo l’insediamento di Trump, la presidente della Commissione aveva già sottolineato l’importanza di approfondire le relazioni con Pechino. In questo contesto, Meloni non può permettersi di deviare dalla linea stabilita, a meno che Salvini non decida diversamente.