“Dazi al 25%: Agnelli di Confimi avverte, l’export verso gli Usa rischia un duro colpo”

Allerta di Confimi Industria sui dazi del 25%: Agnelli chiede interventi urgenti per sostenere l’export italiano e critica il decreto bollette per le imprese.
&Quot;Impatto Dei Dazi Al 25% Sull'Export Italiano Verso Gli Usa, Avvertimento Di Agnelli Di Confimi.&Quot; &Quot;Impatto Dei Dazi Al 25% Sull'Export Italiano Verso Gli Usa, Avvertimento Di Agnelli Di Confimi.&Quot;
dazi al 25% sugli agnelli: l'allerta di confimi sull'export verso gli usa nel 2025

Allerta sui dazi del 25%

Il presidente di Confimi Industria, Paolo Agnelli, ha lanciato un forte allarme riguardo ai dazi del 25% sui prodotti europei, recentemente introdotti dal presidente statunitense Donald Trump. In un’intervista rilasciata il 27 febbraio 2025, Agnelli ha messo in evidenza la necessità di un intervento tempestivo per prevenire gravi danni all’export italiano verso gli Stati Uniti. Secondo il leader dell’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese manifatturiere, è fondamentale adottare un approccio strategico e una negoziazione efficace, tenendo conto delle abilità di Trump come negoziatore.

Una battaglia da combattere

“Sarà una battaglia di coraggio da combattere con le unghie affilate”, ha dichiarato Agnelli. Ha inoltre sottolineato che Ursula von der Leyen ha promesso un’azione rapida, un auspicio condiviso da Agnelli. “Sarà una trattativa, e Trump è un abile negoziatore. Dovremo essere altrettanto bravi a individuare soluzioni intermedie, poiché con i dazi al 25% il nostro export verso gli Stati Uniti subirà un duro colpo”. Queste affermazioni mettono in luce le preoccupazioni per le possibili ripercussioni economiche legate a tali misure protezionistiche.

Necessità di interventi urgenti

Agnelli ha anche evidenziato l’urgenza di interventi per sostenere le imprese italiane, in particolare nel settore energetico. Ha criticato il recente decreto bollette, sostenendo che è stato progettato principalmente per le famiglie, ignorando le necessità delle aziende. “Il decreto bollette – ha affermato – è pensato per le famiglie o, meglio, per una parte di esse. Per le imprese non c’è nulla. Anche l’energy release è di fatto un buco nell’acqua. È destinato solo alle aziende energivore che utilizzano fonti rinnovabili: ricevo uno sconto oggi con l’obbligo di restituire l’energia allo stesso prezzo scontato in 20 anni. Il mio conto economico non cambia, anzi, contrarrò un debito a lungo termine con le società di energia”, ha aggiunto.

Frustrazione per la mancanza di azioni concrete

Il presidente di Confimi Industria ha espresso la sua frustrazione per l’assenza di misure concrete a sostegno delle imprese italiane. Ha paragonato la situazione a quella di un contadino che, per risparmiare, non acquista fieno per il proprio asino fino a quando non è troppo tardi. “Noi facciamo i compitini richiesti da Bruxelles finché non vedremo morire la nostra industria. Le risorse per calmierare le bollette o mettere un tetto al prezzo dell’energia non le vogliamo trovare perché stiamo attenti a non sforare il rapporto debito pubblico/Pil come chiede l’Europa. Continuiamo a non aiutare gli italiani per salvaguardare una morente Unione Europea. È una questione di priorità: l’industria, ma anche la sanità, sono in crisi nera”, ha concluso Agnelli, sottolineando l’urgenza di un cambiamento nelle politiche economiche italiane.

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