Dag Johan Haugerud presenta “Love”: un film che esplora l’amore e la libertà sessuale

“Love”, il nuovo film di Dag Johan Haugerud, esplora l’amore e la libertà sessuale attraverso una narrazione profonda, in uscita il 17 aprile 2025 come primo capitolo della trilogia “Sex-Love-Dreams”.
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“Love”, il nuovo film di Dag Johan Haugerud, è un’opera che invita a riflettere sull’amore e sulla libertà sessuale, sfidando le convenzioni sociali. In uscita nelle sale italiane dal 17 aprile 2025, il film ha già suscitato grande interesse dopo la sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia. Con una narrazione profonda e personaggi ben delineati, “Love” si distingue come uno dei titoli più significativi della stagione cinematografica.

La trilogia di sogni, sentimenti e desideri

“Love”, conosciuto in norvegese come “Kjærlighet”, è il primo capitolo della trilogia “Sex-Love-Dreams” scritta e diretta da Haugerud. Sebbene i film siano connessi a livello tematico piuttosto che narrativo, ognuno può essere apprezzato autonomamente. Il secondo capitolo, “Sex”, sarà presentato nelle sale italiane il 15 maggio 2025 dopo aver debuttato nella sezione Panorama della Berlinale nel 2024. Infine, “Dreams”, uscito in Italia lo scorso marzo, ha già conquistato l’Orso d’oro al Festival di Berlino.

La trilogia affronta temi complessi legati all’amore e ai desideri umani attraverso storie diverse ma interconnesse. Mentre “Dreams” ha ricevuto riconoscimenti importanti per la sua qualità artistica, è stato proprio “Love” a colpire maggiormente gli spettatori per la sua capacità di esplorare le sfumature dell’animo umano senza filtri né pregiudizi.

Haugerud stesso sottolinea l’importanza di aprire nuove strade nel pensiero contemporaneo: «È possibile immaginare un modo diverso di pensare», afferma nelle note stampa del film. Questa dichiarazione riassume perfettamente l’intento dell’intera trilogia: spingere gli spettatori a riconsiderare le proprie convinzioni sull’amore e sulle relazioni.

Love: oltre pudori e pregiudizi

Il fulcro narrativo di “Love” ruota attorno all’amicizia tra due colleghi: Marianne , una urologa eterosessuale single in cerca d’amore ma aperta anche ad esperienze occasionali; e Tor , un giovane infermiere omosessuale disinibito anch’esso single. I due personaggi offrono prospettive diverse sul tema dell’amore libero da vincoli sociali tradizionali.

Marianne non si sente costretta dalla ricerca ossessiva del partner ideale; anzi è disposta ad esplorare varie forme d’amore attraverso app come Tinder o incontri occasionali nei luoghi pubblici. Tor rappresenta invece una visione più audace delle relazioni umane; egli esprime senza timori i propri desideri sessuali considerandoli parte integrante della propria identità.

La sceneggiatura offre dialoghi incisivi che mettono in luce le differenze tra aspettative sociali maschili e femminili riguardo alla vita amorosa. Ambientata nella suggestiva Oslo con panorami mozzafiato sul fiordo nordico, la pellicola trasmette un senso palpabile di apertura verso nuove possibilità relazionali.

Haugerud mira a far emergere temi delicati quali omosessualità ed emancipazione femminile attraverso situazioni quotidiane che invitano alla riflessione su ciò che significa amare liberamente nella società moderna.

Una sceneggiatura ricca di spunti filosofici

La forza principale de “Love” risiede nella sua sceneggiatura ricca ed evocativa piuttosto che nell’uso spettacolare delle immagini cinematografiche. Ogni dialogo sembra essere concepito per stimolare discussioni profonde sulla vita amorosa contemporanea; frasi memorabili possono fungere da veri punti guida per chi cerca risposte alle proprie domande esistenziali riguardo all’amore.

Nonostante non abbia ricevuto premi ufficialmente durante il festival veneziano – dove molti hanno ritenuto ingeneroso non conferirgli alcun riconoscimento – “Love” avrebbe meritato sicuramente attenzione speciale per la qualità della scrittura narrativa proposta dal regista norvegese.

I personaggi sono rappresentati con grande realismo; esseri umani imperfetti immersi nelle loro vite quotidiane ma capaci anche di momentanee illuminazioni emotive o intellettuali grazie ai confronti reciproci tra loro stessi o con altri individui presenti nel racconto cinematografico.

In questo contesto emerge chiaramente il messaggio centrale del regista: superare i limiti imposti dalla famiglia nucleare tradizionale permette agli individui una maggiore libertà nell’espressione dei propri sentimenti senza timori né vergogne.

Con citazioni significative tratte dal diario della scrittrice Etty Hillesum – simbolo dell’amore universale verso tutti gli esseri umani – Haugerud riesce a toccare corde sensibili relative alle scelte personali riguardanti sesso ed affetti familiari.

“Se sei sempre così gentile?”, chiede uno dei protagonisti nel corso del racconto; “Sì”, risponde Tor, “la vita è così breve”. Queste parole rimangono impresse nella mente degli spettatori mentre attendono ansiosamente ulteriormente sviluppate tematiche nei prossimi capitoli della trilogia prevista dal regista norvegese.