Inflazione Usa: Bitcoin risponde ai CPI di febbraio - Socialmedialife.it
Nel contesto attuale del mercato delle criptovalute, Bitcoin si trova in una fase di precarietà, oscillando al di sotto della soglia critica dei $100k. La sua performance è fortemente influenzata dai dati macroeconomici provenienti dagli Stati Uniti, in particolare dai CPI (Consumer Price Index) attesi per gennaio 2025. Gli investitori sono in attesa di queste informazioni, poiché potrebbero avere un impatto significativo sulle decisioni della Federal Reserve riguardo ai tassi di interesse e, di conseguenza, sull’andamento dei mercati finanziari.
Il prezzo di Bitcoin ha mostrato una certa stabilità, non riuscendo a superare i $100k, ma evitando anche un calo sotto livelli critici. Questo equilibrio è particolarmente vulnerabile agli sviluppi economici, con l’attenzione degli investitori rivolta all’andamento dell’inflazione negli Stati Uniti. I dati CPI di gennaio 2025 sono attesi con grande interesse, poiché potrebbero influenzare le politiche monetarie della Fed.
La rilevanza di questi dati è cruciale: un’inflazione inferiore alle aspettative potrebbe incoraggiare la Fed a considerare un possibile taglio dei tassi, il che sarebbe positivo per asset considerati “rischiosi” come Bitcoin. Tuttavia, la recente riluttanza della Fed a ridurre i tassi di interesse rappresenta una sfida per il mercato delle criptovalute. Gli investitori si trovano in una fase di attesa, cercando segnali che possano chiarire il futuro a breve termine di Bitcoin e dell’intero settore crypto.
Le aspettative per i dati CPI di gennaio 2025 indicavano un incremento dell’indice mensile dello 0,3% rispetto al mese precedente, mantenendo un tasso annuale stabile al 2,9%. Per quanto riguarda il dato Core, si prevedeva una diminuzione dal 3,2% al 3,1%. Tuttavia, i risultati sono stati leggermente inferiori alle previsioni, mostrando un incremento dell’inflazione:
In risposta a questi dati, Bitcoin ha mantenuto una reazione contenuta, senza registrare movimenti significativi. Gli analisti concordano sul fatto che il mercato abbia già scontato l’unico possibile taglio ai tassi di interesse previsto per il 2025. Di conseguenza, Bitcoin non sembra a rischio di grandi correzioni al ribasso. Tuttavia, affinché la prima criptovaluta possa nuovamente avvicinarsi ai $100k, è necessario che i dati macroeconomici futuri siano decisamente più favorevoli.
Le sfide non finiscono qui: la nuova politica commerciale dell’ex presidente Trump, caratterizzata da nuovi dazi imposti ai paesi stranieri, potrebbe innescare un’inversione di un trend che, seppur leggermente, si era orientato verso la deflazione. Gli sviluppi futuri in questo ambito potrebbero avere ripercussioni significative sul mercato delle criptovalute e sull’andamento di Bitcoin.
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