Dal recente form 10-K presentato da Tesla alla SEC il 29 gennaio 2025, emerge un dato sorprendente riguardante la quantità di Bitcoin detenuti dall’azienda. Il documento rivela che la società guidata da Elon Musk possiede attualmente 11.509 Bitcoin, una cifra significativamente superiore rispetto ai 9.720 precedentemente comunicati. Questo incremento solleva interrogativi su come Tesla sia riuscita ad accumulare una simile quantità di criptovaluta.
Non è chiaro quali siano state le modalità di acquisizione di questi Bitcoin, soprattutto considerando che Tesla ha smesso di accettare pagamenti in BTC. È probabile che si tratti di acquisti diretti, ma l’azienda non ha fornito spiegazioni ufficiali al riguardo. La mancanza di commenti da parte della società e l’assenza di dettagli nel form inviato alla SEC lasciano aperte molte domande su questa operazione.
11.509 bitcoin: un aumento misterioso
Il report di Tesla ha rivelato un aumento di 1.789 Bitcoin, corrispondenti a un valore attuale di circa 175 milioni di dollari. Questo dato rappresenta una variazione sostanziale rispetto ai precedenti rapporti e suscita curiosità. È strano che un annuncio di tale portata non sia stato accompagnato da una comunicazione pubblica, a differenza di quanto avviene con altre aziende come MicroStrategy, che tende a pubblicizzare i propri acquisti di criptovaluta.
L’assenza di notizie ufficiali e la sola presenza di un report 10-K inviata alla SEC pongono interrogativi sul perché Tesla non abbia scelto di rendere pubblica questa informazione in modo più evidente. La discrezione con cui è stata gestita questa situazione ha colto di sorpresa molti osservatori del mercato.
Cosa sono i report 10-K
Il report 10-K è un documento annuale obbligatorio che le aziende devono presentare, fornendo una panoramica completa sulla loro situazione patrimoniale, i rischi associati e la condizione finanziaria. Questo documento è soggetto a verifica da parte della SEC, l’agenzia governativa statunitense che supervisiona i mercati finanziari. Non esiste quindi la possibilità che il numero di Bitcoin riportato sia frutto di un errore.
Le domande rimangono: da dove provengono questi Bitcoin? È stato commesso un errore nei conteggi precedenti? Sono stati effettuati acquisti? E se sì, quali sono le ragioni dietro a questa scelta, considerando anche l’importanza economica dell’operazione? Inoltre, perché non è stata data la giusta visibilità a un’azione di questo calibro, che avrebbe potuto influenzare positivamente l’immagine dell’azienda? Le risposte a queste domande potrebbero rivelarsi cruciali per comprendere la strategia di Tesla e le sue future mosse nel mercato delle criptovalute.