Il tar di trento respinge i ricorsi delle associazioni animaliste
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Trento ha recentemente bocciato due ricorsi presentati da associazioni animaliste, che chiedevano un risarcimento di 1,1 milioni di euro a seguito dell’abbattimento dell’orsa Kj1. Le sentenze, emesse a gennaio 2025, hanno confermato la legittimità delle azioni intraprese dalla Provincia autonoma di Trento, sotto la guida del presidente Maurizio Fugatti, che aveva autorizzato l’abbattimento dell’animale dopo una serie di eventi allarmanti.
Il contesto dell’intervento
L’orsa Kj1 era stata coinvolta in un attacco a un turista francese il 16 luglio 2024, e aveva già avuto sette interazioni precedenti con l’uomo, rendendo necessaria una rapida risposta da parte delle autorità. L’abbattimento, effettuato dal Corpo forestale trentino il 30 luglio 2024, ha acceso un acceso dibattito tra le associazioni per la tutela degli animali e le istituzioni locali.
Le sentenze del tar
Nelle sue sentenze, il TAR, presieduto da Alessandra Farina, ha stabilito che la legittimità del provvedimento esclude la possibilità di considerare ingiusto il danno subito dalle associazioni. Fugatti ha espresso soddisfazione per le decisioni del tribunale, sottolineando che il TAR non solo ha negato il risarcimento, ma ha anche ribadito un principio fondamentale: “la vita di un uomo vale più di quella di un animale”. Secondo il presidente, la sicurezza dei cittadini deve essere la priorità assoluta, e le misure alternative, come la chiusura delle aree abitate dall’orsa o la cattura per eventuale reimmissione, non avrebbero garantito la protezione necessaria.
Considerazioni sulla sicurezza pubblica
Il TAR ha riconosciuto l’adeguatezza dell’istruttoria condotta dalla Provincia, evidenziando che erano state considerate diverse alternative all’abbattimento. La decisione di procedere con l’abbattimento è stata giustificata dalla necessità di ridurre i rischi per la sicurezza pubblica, poiché mantenere in libertà un esemplare classificato come pericoloso avrebbe potuto comportare ulteriori pericoli per la popolazione.
Dibattito aperto
In sintesi, il tribunale ha stabilito che, in caso di conflitto tra la vita di un essere umano e quella di un animale, la Costituzione italiana impone la priorità della tutela dell’essere umano. Questa posizione ha alimentato un acceso dibattito sull’equilibrio tra la protezione della fauna selvatica e la sicurezza pubblica, un tema che continua a suscitare opinioni contrastanti tra le diverse parti coinvolte.