Francesco Schettino verso la semilibertà: decisione del tribunale attesa per il prossimo 8 aprile

Francesco Schettino, ex capitano della Costa Concordia, richiede la semilibertà per lavorare nella digitalizzazione del patrimonio culturale in Vaticano, dopo aver scontato parte della sua pena di 16 anni.
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Francesco Schettino verso la semilibertà: decisione del tribunale attesa per il prossimo 8 aprile - Socialmedialife.it

Francesco Schettino, l’ex capitano della Costa Concordia, potrebbe a breve lasciare le pareti del carcere di Rebibbia per affrontare un nuovo capitolo della sua vita. Riconosciuto colpevole del naufragio avvenuto il 12 gennaio 2013 sull’Isola del Giglio, che causò la morte di 32 persone, Schettino sta attualmente scontando una pena di 16 anni di reclusione. La sua richiesta di semilibertà, da esaminare il prossimo 8 aprile dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, potrebbe aprire delle possibilità lavorative in Vaticano nell’ambito della digitalizzazione del patrimonio culturale.

Le aspettative di Francesco Schettino per il futuro

Schettino ha presentato una richiesta per accedere al regime di semilibertà, che potrebbe permettergli di lavorare per la Fabbrica di San Pietro. Il progetto ‘Seconda Chance‘, infatti, è stato concepito per offrire opportunità di reinserimento sociale ai detenuti, consentendo loro di svolgere lavori all’esterno del carcere. La decisione giuridica, inizialmente prevista per il giorno di oggi, è stata rinviata a causa del cambiamento del giudice relatore. La sua avvocata, Paola Astarita, ha dichiarato che l’auspicio non è tanto la vittoria dell’assistito, quanto il riconoscimento del diritto.

Durante la sua detenzione, Schettino ha mantenuto un comportamento tale da aver ricevuto permessi premio e opportunità lavorative all’interno del carcere. In particolare, ha dedicato il suo tempo alla digitalizzazione di processi, attività che potrebbe riprendere nel caso venisse concessa la semilibertà.

La condanna di Schettino e l’impatto mediatico

Francesco Schettino è entrato nella cronaca mondiale non solo per il suo ruolo nel naufragio della Costa Concordia, ma anche per la risonanza che le sue azioni hanno avuto sui media e sull’opinione pubblica. Il suo abbandono della nave durante il disastro è stato oggetto di pesanti critiche e ha scatenato reazioni immediate, culminando nell’ordine dell’allora capitano della Capitaneria di Livorno, Gregorio De Falco, il cui celebre “Vada a bordo, c…” è diventato un simbolo di determinazione e responsabilità richieste in situazioni di emergenza.

La condanna per omicidio colposo plurimo e abbandono di nave ha segnato un prima e un dopo non solo nella vita di Schettino, ma anche nella gestione delle normative di sicurezza sulle navi da crociera.

Il progetto ‘Seconda Chance‘ e il lavoro in Vaticano

Il protocollo tra l’associazione ‘Seconda Chance‘ e la Santa Sede manifesta un tentativo di reinserimento sociale dei detenuti, favorendo opportunità di lavoro all’esterno. Questo progetto crea una rete di sostegno per coloro che stanno seguendo un percorso di estradizione dalla vita carceraria. Se Schettino otterrà la semilibertà, avrà la possibilità di lavorare a stretto contatto con il patrimonio culturale della Santa Sede, contribuendo alla digitalizzazione di opere e documenti.

La Fabbrica di San Pietro, infatti, è impegnata in un lavoro costante per preservare e valorizzare il suo ricco patrimonio, che spazia dall’arte sacra ai documenti storici. Questo tipo di impiego non solo rappresenterebbe un’occasione di riparazione per Schettino, ma anche un importante passo nel suo processo di reintegrazione nella società.

L’attesa per la decisione del tribunale è palpabile, e il futuro professionale di Schettino rimane appeso a un filo, mentre si avvicina il giorno in cui la giustizia avrà l’ultima parola.

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