Condanna all'ergastolo per uomo che uccise la moglie con 43 coltellate: sentenza shock ad Ancona - Socialmedialife.it
Un truce delitto, avvenuto la notte del 14 ottobre 2023 a Cerreto d’Esi, ha portato alla condanna all’ergastolo di Franco Panariello, 56 anni, di Torre del Greco, accusato di aver ucciso brutalmente la moglie, Concetta Marruocco, di 53 anni. La Corte d’Assise di Ancona, chiamata a esaminare il caso, ha descritto l’azione dell’imputato in termini di un vero e proprio fenomeno di overkilling. Questo articolo esplorerà i dettagli di questa tragica vicenda, mettendo in luce gli eventi che hanno portato alla condanna.
La notte in cui si è consumato il delitto, Panariello si era recato nell’abitazione di sua moglie, nonostante fosse stato allontanato per violenza domestica. L’uomo orbitava attorno a Concetta, ma a suo carico pendeva una denuncia per maltrattamenti presentata dalla donna, che in quel momento si trovava in una situazione di pericolo. Peraltro, il braccialetto elettronico che avrebbe dovuto monitorare Panariello, risultava scarico, rendendo impossibile il suo tracciamento.
Nella camera da letto, la vittima è stata sorpresa mentre dormiva e ha ricevuto ben 43 coltellate, un attacco violentissimo che ha portato alla sua morte. Gli animi sono stati scossi dalla brutalità della scena, che ha evidenziato la gravità della situazione in cui si trovava la donna e il livello di violenza di cui era capace l’aggressore. La condanna all’ergastolo è avvenuta il 17 dicembre 2023, rendendo chiaro che la giustizia non tollera questi atti di violenza estrema.
La Corte d’Assise, presieduta dal giudice Roberto Evangelisti, ha messo in dubbio la versione fornita da Panariello, che affermava di essere andato dalla moglie solo per avere chiarimenti. I giudici hanno ritenuto incredibile che un uomo di 120 chili, che sovrastava fisicamente l’ex moglie, avesse bisogno di un coltello da cucina semplicemente per un chiarimento. L’impossibilità di credere alle sue affermazioni ha contribuito a delineare il profilo dell’imputato come un uomo con premeditazione e intenzioni ostili.
Le motivazioni della sentenza, annotate in 16 pagine, hanno chiarito che Panariello non solo aveva portato il coltello con l’intento di uccidere, ma ha anche ostentato una chiara mancanza di rispetto per la vita umana. Questo aspetto è stato cruciale per la decisione finale della Corte, che ha voluto lanciare un chiaro messaggio contro il femminicidio e la violenza di genere.
Franco Panariello non ha accettato la condanna e ha già avviato il processo di appello. Anche la prima condanna per maltrattamenti, che ha visto inflitti cinque anni di carcere, è oggetto di contestazione. La difesa, rappresentata dall’avvocato Ruggero Benvenuto, spera di trovare terreno fertile per un ribaltamento della sentenza, nella convinzione che esistano motivazioni valide per rivedere la decisione della Corte d’Assise.
Questa saga giudiziaria ha messo in luce le difficoltà nel trattare i casi di violenza domestica e femminicidio, evidenziando la necessità di un sistema in grado di proteggere le vittime e di fermare gli aggressori prima che sia troppo tardi. La tensione rimane alta attorno al caso, mentre il processo d’appello si avvicina, con la comunità locale e le associazioni di tutela delle donne che seguono attentamente gli sviluppi.