Il film “Conclave”, diretto da Edward Berger, si inserisce nel contesto di grande attenzione mediatica verso il Conclave che eleggerà il 267° Pontefice, dopo la morte di papa Francesco. Presentato alla 19a Festa del Cinema di Roma e in corsa per gli Oscar 2025 con otto nomination, tra cui quella per la miglior sceneggiatura non originale, l’opera si basa sul romanzo omonimo di Robert Harris. Con un cast d’eccezione che include Ralph Fiennes e Isabella Rossellini, il film promette una riflessione profonda sulle dinamiche interne della Chiesa.
La trama: un Conclave sotto pressione
La storia si svolge a Città del Vaticano subito dopo la morte del Pontefice. Il cardinale Lawrence ha l’incarico di coordinare i lavori del Conclave, dove oltre cento cardinali provenienti da tutto il mondo sono chiamati a scegliere il nuovo Papa. In questo contesto teso e carico di aspettative, le stanze vaticane vengono descritte come un bunker impenetrabile dove ogni mossa è attentamente ponderata.
Il film riesce a catturare l’atmosfera opprimente dell’evento attraverso una regia meticolosa e uno sviluppo narrativo controllato. I cardinali sono ritratti come figure complesse che navigano tra alleanze strategiche e ambizioni personali. La tensione cresce man mano che i personaggi si confrontano con le proprie fragilità umane mentre cercano di mantenere intatta l’immagine della Chiesa.
Regia e interpretazioni: un mix vincente
Edward Berger porta sullo schermo una visione realistica delle dinamiche ecclesiastiche grazie alla sua esperienza nella regia. Già noto per “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, Berger crea una narrazione avvincente in cui ogni scena è costruita con cura per riflettere le complessità dei rapporti interni al collegio cardinalizio.
Ralph Fiennes offre una performance intensa nel ruolo del decano dei cardinali, rappresentando efficacemente un uomo gravato da responsabilità enormi ma desideroso di ritirarsi dalla vita pubblica. La sua interpretazione è sostenuta da attori altrettanto talentuosi come Stanley Tucci e John Lithgow, ognuno dei quali contribuisce a rendere credibile questo affresco umano all’interno delle mura vaticane.
Le musiche originali composte dal Premio Oscar Volker Bertelmann aggiungono ulteriore profondità emotiva al racconto, creando atmosfere suggestive che accompagnano lo spettatore lungo tutta la pellicola.
Criticità nella narrazione: un finale controverso
Nonostante i punti forti della regia e delle interpretazioni, “Conclave” presenta anche alcune debolezze evidenti nella sua trama finale. L’opera culmina in un colpo di scena che dovrebbe sorprendere lo spettatore ma finisce per suscitare più domande rispetto alle risposte fornite dalla narrazione stessa.
Questo momento cruciale rischia infatti di compromettere la compattezza dell’intero racconto; molti potrebbero percepirlo come banale o gratuito rispetto alla complessità costruita fino a quel punto. Le scelte narrative finali sembrano allontanarsi dall’intensità psicologica sviluppata nei precedenti attimi della storia.
In sintesi, “Conclave” rappresenta uno sforzo significativo nel panorama cinematografico contemporaneo riguardo ai temi religiosi ed ecclesiastici; tuttavia lascia aperti interrogativi sulla coerenza narrativa nelle sue fasi finali.
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