Ascoltare le vittime è fondamentale in assenza di informazioni chiare: scopri perché nel nostro articolo su Paragon
La vicenda legata a Paragon ha sollevato interrogativi cruciali sulla trasparenza delle istituzioni italiane e sulla salvaguardia dei diritti dei cittadini. L’assenza di informazioni chiare da parte delle autorità ha reso la situazione ancora più intricata e allarmante. Il caso è emerso a seguito di un attacco informatico che ha colpito il giornalista Francesco Cancellato e diversi attivisti coinvolti nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, avvenuto nelle settimane precedenti il 27 febbraio 2025, quando è stata rivelata l’esistenza di uno spyware governativo utilizzato per monitorare i telefoni di queste persone.
Le istituzioni italiane, in particolare i servizi segreti Aise e Aisi, hanno confermato di aver utilizzato il software Graphite di Paragon, ma hanno negato di averlo impiegato contro giornalisti o attivisti. Tuttavia, la mancanza di dettagli sul funzionamento di questo spyware ha alimentato dubbi e speculazioni. Le dichiarazioni del direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli, e del direttore dell’Aisi, Valensise, hanno contribuito ad aumentare l’incertezza, poiché non è chiaro se i contratti con Paragon siano stati rescissi. Mentre la stampa estera ha parlato di una rescissione, il governo italiano ha smentito tali affermazioni.
La confusione è ulteriormente accentuata dalle dichiarazioni contrastanti dei membri del governo. Il sottosegretario Mantovano ha descritto la questione come “classificata”, mentre il ministro Nordio ha negato che le strutture sotto il suo ministero avessero contratti con Paragon. Questa situazione ha dato vita a una vera e propria caccia alle responsabilità, con le autorità che sembrano cercare di distaccarsi da un caso che potrebbe avere ripercussioni significative sulla loro credibilità.
Un aspetto fondamentale di questa vicenda è l’importanza di ascoltare le vittime coinvolte. Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans, ha ricevuto un avviso da Meta/Whatsapp il 31 gennaio 2025, informandolo di essere stato oggetto di un attacco governativo. Questo avviso ha spinto Casarini a contattare Citizen Lab, un gruppo di esperti che analizzano spyware governativi. La raccomandazione di Citizen Lab di mettere il telefono in modalità aerea e di avvolgerlo in carta stagnola evidenzia la gravità della situazione e l’urgenza di misure per proteggere la propria privacy.
Le indicazioni fornite da esperti del settore, come Valerio Lupi, ex membro di Hacking Team, e Stefano Zanero, professore di sicurezza informatica al Politecnico di Milano, confermano che il ripristino del telefono alle impostazioni di fabbrica potrebbe non essere sufficiente per rimuovere eventuali spyware. Queste informazioni sottolineano l’importanza di una risposta adeguata e tempestiva da parte delle autorità competenti.
La vicenda di Paragon non è solo una questione tecnica, ma solleva interrogativi profondi sulla democrazia e sulla protezione dei diritti civili in Italia. La mancanza di chiarezza e responsabilità da parte delle istituzioni alimenta un clima di sfiducia tra i cittadini. È necessario un impegno concreto per garantire che le vittime di attacchi informatici siano ascoltate e protette.
Il caso Paragon rappresenta un campanello d’allarme per la società civile, che deve rimanere vigile e attenta a queste dinamiche. La speranza è che si possa trovare, prima o poi, una soluzione che garantisca la trasparenza e la responsabilità necessarie per ripristinare la fiducia tra i cittadini e le istituzioni.
This post was last modified on 27 Febbraio 2025 8:25