Don Mattia Ferrari parla ai magistrati di Bologna riguardo al caso Paragon e le spiate, evidenziando l'importanza della giustizia e della verità nel 2025
Don Mattia Ferrari ha recentemente avviato un’importante iniziativa contattando i magistrati della procura di Bologna per richiedere un’indagine sul controverso caso Paragon, che ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Il sacerdote ha chiesto di fare luce su un tentativo di forzatura dei suoi account, un’azione scoperta dai ricercatori canadesi di CitizenLab, i quali da quasi un mese stanno esaminando i cellulari di circa 90 vittime, tra cui attivisti e giornalisti italiani, spiate attraverso il software Graphite fornito dall’azienda israeliana Paragon. Quest’ultima ha recentemente sospeso il contratto con l’Italia.
Don Mattia Ferrari, cappellano di bordo di Mediterranea, gode di grande stima, in particolare da parte di Papa Francesco. Tuttavia, la sua esistenza è stata segnata da minacce, in particolare da Rob Gowan, noto come portavoce delle mafie libiche. La piattaforma Meta ha avvisato Ferrari di un “sofisticato attacco” proveniente da entità governative non specificate, evidenziando la serietà della situazione.
A differenza di Luca Casarini, cofondatore di Mediterranea Saving Humans, che ha presentato una denuncia alla procura di Palermo, Ferrari ha scelto di presentare un esposto. Questo documento sollecita i magistrati a valutare eventuali profili di rilevanza penale, sottolineando l’urgenza di un intervento da parte delle autorità competenti.
I ricercatori di CitizenLab hanno identificato Graphite come un software di sorveglianza utilizzato per attaccare i telefoni di attivisti legati a Mediterranea. L’attacco è iniziato il 8 febbraio 2024, data che coincide con l’avviso ricevuto da Casarini, suggerendo la possibilità di una campagna coordinata. Gli esperti ritengono che l’attacco possa avere ripercussioni più ampie, coinvolgendo altri membri della rete di contatti di Ferrari e Casarini.
Tra gli attivisti serpeggia il sospetto che l’attacco non sia un evento isolato. John Scott Railton, ricercatore senior di CitizenLab, ha dichiarato che questo tipo di attacco potrebbe suggerire che anche altri individui nella rete di contatti di Ferrari e Casarini siano stati presi di mira. L’avviso di Meta indica che c’è un problema più vasto da affrontare, rendendo necessaria un’indagine su ulteriori tecnologie e casi.
La procura di Bologna si trova ora di fronte a una decisione cruciale: aprire un fascicolo o trasferire gli atti alle procure di Palermo e Napoli, quest’ultima coinvolta dopo la denuncia di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage. Anche il sindacato dei giornalisti ha presentato una denuncia a Roma, evidenziando l’urgenza di un’azione coordinata.
Le procure di Napoli e Palermo stanno già collaborando su un fascicolo congiunto. Le indagini tecniche sui telefoni delle vittime sono in corso, e sono stati ascoltati sia Casarini che Beppe Caccia, anch’egli cofondatore di Mediterranea e vittima di spionaggio. Questo caso si intreccerà inevitabilmente con le questioni politiche sollevate dalla scoperta dell’operazione di spionaggio.
Paragon è un’azienda che fornisce software di sorveglianza esclusivamente a governi, incluso quello italiano, con il quale ha recentemente sospeso il contratto. Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti sulla vicenda, ma finora il governo ha fornito solo risposte parziali. I vertici dei servizi hanno ammesso di avere accesso allo spyware, ma hanno insistito che viene utilizzato solo per “fini legittimi”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha recentemente rotto il silenzio imposto dal sottosegretario Mantovano, ma le opposizioni non intendono lasciare cadere la questione, continuando a esercitare pressione per ottenere ulteriori informazioni.
This post was last modified on 28 Febbraio 2025 12:57