Don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea, denuncia attacco hacker alla Procura di Bologna

Denuncia di Don Mattia Ferrari

Don Mattia Ferrari, cappellano dell’ONG Mediterranea Saving Humans, ha recentemente presentato una denuncia alla Procura di Bologna in seguito a un attacco informatico di cui è stato vittima. La notizia è stata comunicata da Meta, la società madre di Facebook, che ha informato Ferrari di essere stato inserito nella lista delle persone spiati tramite il software di sorveglianza Paragon. Le indagini su questo caso di spionaggio sono attualmente in corso.

Contesto e implicazioni

La situazione è particolarmente delicata, poiché il caso di spionaggio ha già coinvolto diverse figure di spicco, tra cui giornalisti e attivisti. La denuncia di Ferrari si aggiunge a quelle del direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato, e di Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans. Il 27 febbraio 2025, Ferrari ha formalizzato la sua denuncia, richiedendo chiarimenti riguardo all’attacco informatico. Ha espresso preoccupazione non per la propria sicurezza, ma per i migranti che subiscono violenze e torture, sottolineando l’urgenza di chiarire la situazione.

Le vittime dello spionaggio

Nella lista delle vittime dello spionaggio illegale figurano anche nomi noti come l’armatore Beppe Caccia e David Yambio, presidente dell’associazione Refugees in Libya. L’ONG Mediterranea ha comunicato che Ferrari è stato avvisato da Meta riguardo a un “sofisticato attacco” ai suoi account social, con una notifica datata 8 febbraio 2024. Inizialmente, il cappellano non si era accorto di tale avviso, ma una volta informato ha potuto confermare la sua esistenza. Secondo Meta, l’attacco sarebbe stato orchestrato da entità governative non specificate. Ferrari ha dichiarato: “Non avevo notato la notifica, ma ora che mi è stata segnalata, posso confermare che c’era”.

Possibili intercettazioni

Ferrari ha anche fatto notare che l’attacco subito coincide con quello di Luca Casarini, suggerendo che entrambi potrebbero essere stati colpiti nell’ambito di un’operazione di sorveglianza più ampia. Inoltre, è inquietante il fatto che Don Ferrari ha avuto contatti diretti con Papa Francesco, come confermato dal pontefice stesso nel gennaio 2024. Questo solleva interrogativi su possibili intercettazioni delle comunicazioni tra il cappellano e il Papa, un elemento che potrebbe avere rilevanza politica. Ferrari ha dichiarato la sua disponibilità a collaborare con le autorità per chiarire quanto accaduto.

Indagini e reazioni

La denuncia di Ferrari porta il numero totale di esposti sul caso Paragon a quattro, sollevando interrogativi sull’uso di tecnologie di sorveglianza avanzate e sul coinvolgimento di enti governativi. Diverse procure italiane, tra cui quelle di Palermo, Napoli e Bologna, stanno attualmente indagando.

Francesco Savino, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) e vescovo di Cassano All’Ionio, ha chiesto chiarimenti sulla vicenda, sottolineando che la democrazia è in gioco. Ha affermato che il governo deve garantire trasparenza e giustizia, esprimendo preoccupazione per l’uso di metodi di sorveglianza nei confronti di giornalisti e attivisti. È fondamentale interrogarsi sulla compatibilità di tali pratiche con un sistema democratico sano.

Silenzio del governo e sviluppi futuri

Il governo italiano ha scelto di non rispondere alle interrogazioni delle opposizioni, invocando il segreto di Stato riguardo al ruolo della polizia penitenziaria. Alfredo Mantovano, sottosegretario con delega ai servizi, potrebbe essere convocato dal Copasir per chiarire la situazione. La Premier Giorgia Meloni ha incontrato Joel Kaplan, capo degli Affari globali di Meta, per discutere dell’operazione di spionaggio e delle questioni legate alla transizione tecnologica, in un contesto in cui Meta è sotto inchiesta per questioni fiscali in Italia.

This post was last modified on 28 Febbraio 2025 11:31

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