Cei richiede al governo chiarimenti sullo spionaggio a don Mattia Ferrari nel caso Paragon, sollevando interrogativi sulla privacy e la sicurezza
La Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha chiesto al governo di fornire chiarimenti in merito allo spionaggio che ha coinvolto don Mattia Ferrari , emerso nel contesto del caso Paragon . Monsignor Francesco Savino , vicepresidente della Cei, ha espresso la sua preoccupazione, sottolineando l’importanza di riflettere su tali pratiche, soprattutto quando colpiscono figure impegnate in cause nobili come l’accoglienza e la protezione dei più vulnerabili. Savino ha dichiarato: “Quando si utilizzano questi metodi nei confronti di giornalisti, attivisti e possibili oppositori, dobbiamo fermarci e porci domande fondamentali: perché?”.
Il caso Paragon ha rivelato che don Mattia Ferrari , cappellano dell’organizzazione Mediterranea Saving Humans , è stato spiato tramite lo spyware Graphite , fornito dalla società israeliana Paragon Solutions . La notizia è emersa lunedì scorso, quando sono stati resi noti i nomi di altri sei italiani coinvolti, tra cui il giornalista Francesco Cancellato e l’attivista Luca Casarini . Le indagini sono attualmente condotte dalle procure di Palermo e Napoli , che collaborano per chiarire la situazione. Casarini ha presentato un esposto a Palermo , mentre Cancellato ha fatto lo stesso a Napoli .
Recentemente, Beppe Caccia , armatori di Mediterranea , è stato interrogato a Napoli dalla polizia giudiziaria, in particolare dalla Polizia postale . Il Copasir , comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sta valutando di convocare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano , per discutere le numerose incongruenze emerse finora. Don Mattia Ferrari ha dichiarato di non comprendere il motivo del suo coinvolgimento nel caso, affermando che il suo operato è sempre stato improntato alla massima trasparenza. Ha sottolineato che non c’è nulla da nascondere e che le sue attività sono pubbliche.
Monsignor Savino ha commentato la situazione, affermando che il caso di don Mattia Ferrari rappresenta una questione di democrazia . Ha esortato il governo a fare chiarezza e a garantire la trasparenza necessaria per raggiungere la verità e la giustizia. “Sono profondamente amareggiato e preoccupato”, ha dichiarato Savino , evidenziando che l’uso di metodi di sorveglianza nei confronti di persone impegnate in attività di servizio pubblico solleva interrogativi cruciali. Ha chiesto: “Quale sarà il prossimo passo?”. Savino ha messo in discussione la compatibilità di tali pratiche con un sistema democratico sano e ha chiesto se queste modalità possano effettivamente rafforzare le istituzioni o, al contrario, minare la fiducia dei cittadini. La Cei si aspetta ora che il governo fornisca risposte chiare riguardo alle motivazioni dietro questa sorveglianza e ai criteri utilizzati per attuarla. La richiesta di trasparenza è fondamentale per mantenere la fiducia pubblica nelle istituzioni e garantire che i diritti di tutti siano rispettati.
La vicenda di don Mattia Ferrari , quindi, non è solo una questione personale, ma un tema che tocca le fondamenta della democrazia e della libertà di espressione in Italia .
This post was last modified on 26 Febbraio 2025 18:17