Blocco studentesco occupa la scalinata della Sapienza per Sergio Ramelli: un ricordo che segna la storia

Il Blocco studentesco commemora Sergio Ramelli con un sit-in alla Sapienza, richiamando l’attenzione su tensioni ideologiche e la memoria collettiva in un clima di conflitto sociale attuale.
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Il 13 marzo 2025, esattamente cinquant’anni dopo l’assassinio di Sergio Ramelli a Milano, il Blocco studentesco ha dato vita a una manifestazione di commemorazione occupando simbolicamente la scalinata della Facoltà di Economia della Sapienza. Questa azione ha l’obiettivo di riportare l’attenzione su un episodio che ha segnato una delle pagine più controverse della storia italiana, in un clima di tensione sociale e di contrapposizioni ideologiche che continuano a permeare il dibattito pubblico.

Un sit-in per non dimenticare

L’organizzazione studentesca di Casapound ha reso noto che l’occupazione è avvenuta attraverso un sit-in pacifico, esprimendo la determinazione a mantenere viva la memoria di Sergio Ramelli. La scelta di commemorare questo evento non è casuale: Ramelli, giovane studente ucciso da un gruppo di Avanguardia Operaia, è diventato simbolo di un’epoca di conflitti ideologici estremi, in cui la violenza ha segnato profondamente le vite di molti giovani.

Il ricordo di Sergio Ramelli e degli studenti vittime dell’odio comunista deve rimanere attivo e militante,” hanno dichiarato i membri del Blocco studentesco. La loro posizione mira a sottolineare l’importanza di una memoria collettiva che non si limiti a un mero esercizio nostalgico, ma che si manifesti attraverso atti di protesta e di rivendicazione dei propri valori. Non si tratta solamente di sovrapporre le scelte politiche di oggi alle battaglie del passato, ma di riconoscere un linguaggio di lotta che continua a esistere nelle scuole e università italiane.

La narrativa dell’antifascismo moderno

Durante la manifestazione, un forte accento è stato posto sulla critica all’attuale contesto antifascista, che secondo il Blocco studentesco, ha smarrito il proprio senso. “Il clima di tensione è alimentato da un antifascismo che ha perso ogni base ideologica,” hanno affermato, evidenziando come questa attitudine sembrerebbe poggiare unicamente sul principio dell’odio, senza un vero fondamento di ideologie costruttive.

La posizione espressa durante il sit-in evidenzia una rottura con le narrazioni prevalenti oggi, nelle quali il passato viene reinterpretato nella luce delle lotte moderne. I membri del Blocco studentesco contestano l’idea che tali memorie possano essere silenziate attraverso la repressione o la violenza, sottolineando, invece, l’importanza di mantenere vivi i nomi e le storie di coloro che hanno affrontato le loro battaglie.

Un monito alla memoria collettiva

Concludendo la manifestazione, il Blocco studentesco ha lanciato un appello a tutti coloro che vivono e studiano nelle università italiane: “Ricordate che nessuno potrà mai cancellare i loro nomi.” Questo messaggio rappresenta non solo un chiaro segnale alla comunità accademica, ma anche alla società civile, per riflettere su come le memorie storiche possano informare le identità politiche contemporanee.

L’occupazione della scalinata della Sapienza non è quindi un semplice evento commemorativo, ma un atto che si propone di provocare un dibattito attorno a disuguaglianze percepite e tensioni in atto. In un tempo in cui il discorso politico è particolarmente acceso, la necessità di tenere viva la memoria e di riflettere su quanto accaduto cinquant’anni fa risuona come un monito per le generazioni future.

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