Bando di libri nelle scuole della Florida: il caso de "La ragazza con l'orecchino di perla" - Socialmedialife.it
Un ulteriore passo nel dibattito sulla libertà di espressione nelle scuole degli Stati Uniti si manifesta nel recente bando di oltre 300 titoli, tra cui il celebre romanzo “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier. Questa decisione, che ha suscitato notevoli polemiche fra scrittori e lettori, ha avuto luogo nella contea di Collier, in Florida. Qui, il legge è diventata un tema di accesa discussione in merito alla censura della letteratura e all’impatto che essa ha sulla formazione dei giovani.
La contea di Collier ha fatto notizia per il bando di una selezione significativa di opere letterarie. Gli studenti delle scuole superiori locali non hanno più accesso a libri di grande rilevanza culturale e storica come “Il colore viola” di Alice Walker e “Per chi suona la campana” di Ernest Hemingway. La decisione interseca temi di libertà di parola, censura e l’interpretazione della letteratura nell’ambiente educativo. Tracy Chevalier, autrice del romanzo bandito, ha condiviso il suo stupore rispetto a questa scelta, che ha descritto come un attacco alla letteratura e alla cultura.
Il bando di “La ragazza con l’orecchino di perla“, un’opera divenuta bestseller internazionale e adattata cinematograficamente, ha attirato particolarmente l’attenzione. Il romanzo racconta la storia di una giovane serva che diventa musa ispiratrice di Johannes Vermeer, esplorando temi di arte e identità, tanto che è adottato come libro di testo in molte scuole nel mondo. La decisione di rimuoverlo, secondo Chevalier, non può essere vista se non come parte di un’inquietante tendenza verso la censura in ambito educativo.
Secondo le rivelazioni di Tracy Chevalier, il ritiro del suo libro sarebbe stato scatenato dalla reazione di un genitore rispetto a un breve passaggio di contenuto considerato inappropriato. Si tratta di una questione di interpretazione e sensibilità che ha sollevato interrogativi sulla libertà di lettura per i ragazzi. Ma questo gesto di censura sembra anche rispecchiare un clima politico e culturale più ampio, dove la narrativa su temi considerati “woke” è sempre più contestata.
Il governatore della Florida, Ron DeSantis, è stato spesso sotto i riflettori per le sue posizioni contro il politicamente corretto. Il bando di titoli letterari, inclusi quelli di autori affermati come Toni Morrison e Stephen King, si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione ideologica, dove la preoccupazione principale sembra essere la protezione di certi valori a discapito dell’apertura culturale. Chevalier osserva che, di fatto, il ritiro di titoli significativi dai programmi scolastici è il sintomo di una crisi nella società statunitense, un momento in cui si sta tornando a limiti più rigidi su cosa possa essere discusso nella sfera pubblica.
La scrittrice non nasconde la sua preoccupazione per il futuro della letteratura e per la direzione in cui si stanno muovendo gli Stati Uniti. Chevalier esprime il timore che questo bando possa diventarne solo un primo passo verso una normalizzazione della censura. I suoi timori si estendono verso una distopia che ricorda i mondi descritti nelle opere di autori come Margaret Atwood, dove le restrizioni e il controllo sulla cultura diventano domini quotidiani.
Negli Stati Uniti, attualmente si avverte un clima di crescente conflitto su cosa significhi libertà di espressione, e la questione del bando di libri rappresenta solo la punta dell’iceberg. L’osservazione che anche testi storicamente significativi come “The Handmaid’s Tale” stiano subendo lo stesso trattamento in alcuni luoghi fa riflettere su quanto siano fragili le libertà culturali. La continua erosione di accesso a opere che sfidano le narrazioni dominanti non solo impoverisce l’educazione ma limita anche la capacità critica degli studenti, elementi essenziali per una società democratica e pluralista.
Questo episodio nella contea di Collier non rappresenta solo il destino di un libro, ma getta un’ombra su un futuro più ampio in cui il dialogo e la diversità di pensiero potrebbero essere sempre più relegati ai margini.