Aumenti dei prezzi e guerra commerciale: l’impatto globale delle nuove tariffe

La realtà economica attuale è caratterizzata da significativi aumenti dei prezzi, dall’industria automobilistica al settore alimentare. Negli Stati Uniti, l’acquisto di un’auto diventa più gravoso con un incremento medio di 3.000 dollari. A queste difficoltà si aggiungono le tensioni commerciali che potrebbero portare a una scarsità di prodotti freschi, come gli avocado, e le ritorsioni canadesi nei confronti delle merci americane. L’instabilità economica si espande, mentre la crescente inflazione promette di toccare tutti gli angoli del mercato globale.

Aumenti dei prezzi nell’industria dell’auto

Le recenti decisioni riguardanti le tariffe imposte sul Messico hanno colpito duramente il settore automobilistico statunitense. Nel gennaio del 2025, queste tariffe erano state prima annunciate e poi ritardate di un mese, ma hanno già sollevato preoccupazioni tra i produttori. La strategia di riportare la produzione negli Stati Uniti, promossa dal governo, è destinata a costringere molti costruttori a rivedere i propri piani di delocalizzazione. Negli Stati Uniti, nel 2024, circa la metà degli 16 milioni di veicoli venduti proveniva dall’estero, con il Messico leader nelle importazioni, nonostante un surplus commerciale di circa 40 miliardi di dollari a favore di questo paese.

Il risultato immediato dell’introduzione delle tariffe sarà un incremento dei costi al dettaglio, con stime che variano tra 2.000 e 3.000 dollari aggiuntivi per veicolo. Le ripercussioni non si limitano soltanto ai prezzi finali, ma si espandono anche al costo delle materie prime. L’acciaio, in particolare, avrà un ruolo fondamentale, dato che la strategia del governo mira a limitare le importazioni e incentivare la produzione nazionale, con conseguenti ulteriori costi per i consumatori.

Effetti sui prezzi degli alimenti freschi

Il settore alimentare sta vivendo un colpo durissimo come risultato di queste tariffe e della crescente inflazione. Il Messico rappresenta infatti il principale fornitore di verdure per il sud degli Stati Uniti, mentre il Canada è una fondamentale fonte di pomodori e legumi. Le nuove misure commerciali minacciano di interrompere queste filiere consolidate, portando a un aumento vertiginoso dei prezzi o addirittura alla penuria di diverse categorie di prodotti alimentari.

Ad esempio, nel gennaio 2025, si è registrato un notevole aumento dei prezzi degli avocado, costringendo le famiglie americane a pagare cifre sempre più elevate per frutta e verdura. Stime da parte di analisti come James Knightley, capo economista di ING, prevedono che una famiglia americana di quattro persone dovrà affrontare un incremento di costo annuale pari a circa 3.342 dollari. Questo dato rappresenta un segnale allarmante che le ripercussioni economiche stanno colpendo duramente il consumo domestico.

La reazione del Canada

Le misure protezionistiche statunitensi hanno scatenato la reazione del Canada, che ha annunciato un’imposta del 25% su beni americani per un valore di 115 miliardi di dollari. Le immagini dei commercianti canadesi che boicottavano le birre Made in USA hanno fatto il giro del mondo, ma al di là dell’aspetto simbolico, Toronto si dimostra il più grande acquirente di prodotti americani, contribuendo con 350 miliardi di dollari al commercio bilaterale. L’interscambio tra i due paesi è tra i più elevati al mondo, con un valore che sfiora i 900 miliardi di dollari. Tuttavia, alcune categorie, come gas e petrolio, al momento sembrano esentate dalle sanzioni, una situazione che potrebbe evolversi seguendo le dinamiche altrettanto complesse del mercato energetico.

Crescita delle tensioni con la Cina

Non lontano dagli Stati Uniti, le tensioni commerciali si stanno intensificando anche con la Cina. Durante il primo mandato dell’amministrazione Trump, il governo ha già aumentato le tariffe al 10% su diversi prodotti cinesi. In risposta, la Cina ha mirato a imporre restrizioni sulle importazioni di materie prime fondamentali come soia, mais e frumento, utilizzate in particolare nell’allevamento del bestiame. L’escalation dei dazi potrebbe avere effetti a catena, generando un onere inflazionistico non solo per gli Stati Uniti, ma anche per il resto del mondo, sebbene Pechino stia cercando di ridistribuire le proprie forniture a favore di mercati sudamericani.

L’Europa nel mirino

Aprile si prevede un mese cruciale per le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Europa. Le tariffe si preparano ad arrivare anche nel continente europeo, mettendo nel mirino in particolare l’industria automobilistica e dell’acciaio. Le aziende, anche quelle italiane, si stanno già preparando a questa nuova fase, mentre l’Unione Europea sta predisponendo una propria risposta per contrastare le misure americane. Anche se l’entità esatta delle tariffe non è ancora chiara, gli obiettivi prefissati dall’amministrazione mirano a livellare l’imposta sul valore aggiunto imposta in Europa, il che potrebbe suggerire un incremento delle tariffe di circa il 20%, portando a una nuova fase di tensioni commerciali.

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