La Corte di Cassazione è convocata oggi, 11 marzo 2025, per esaminare il caso dell’omicidio di Serena Mollicone, una giovane di Arce assassinata nel 2001. Questo potrebbe essere il punto finale di una lunga battaglia legale che ha attirato l’attenzione pubblica e ha coinvolto diversi processi, con l’assoluzione degli imputati che è stata al centro delle contestazioni. Il verdetto atteso potrebbe influenzare non solo i diretti interessati, ma anche l’intera comunità che ha seguito la vicenda con grande interesse e tristezza.
Gli imputati e il processo in corso
Al centro della controversia legale vi sono diversi imputati, tra cui Franco Mottola, ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, insieme a suo figlio Marco e alla moglie Annamaria. Accusati di omicidio, gli Mottola avevano già ricevuto l’assoluzione dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma, che ha confermato la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Cassino. Durante le precedenti udienze, i sostituti procuratori generali Francesco Piantoni e Deborah Landolfi avevano richiesto condanne significative: 24 anni di carcere per Franco Mottola, 22 anni per Marco e Annamaria. Per i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, che sono stati coinvolti nel caso, le richieste erano state più moderate, con Suprano a rischio di una condanna di quattro anni.
Il processo ha intrapreso sviluppi distintivi, con gli avvocati delle parti civili che hanno presentato un’appello, risultando però condannati a pagare le spese processuali. Ora la Corte di Cassazione è incaricata di decidere se le assoluzioni debbano essere confermate o se si debba procedere a un nuovo appello. Le tensioni e le aspettative sono palpabili, sia tra i sostenitori degli accusati che tra i familiari della vittima.
Le aspettative degli Mottola
L’avvocato Mauro Marsella, una delle figure chiave nella difesa degli Mottola, ha dichiarato che la sua clientela si mostra serena. Da ben due sentenze che hanno portato a assoluzioni, vi è una fondata fiducia nel lavoro della Corte di Cassazione. Marsella ha sottolineato come il team legale, composto da avvocati di esperienza e un criminologo, sia convinto della solidità delle motivazioni che sorreggono le assoluzioni già pronunciate.
Questa serenità si contrappone, però, alla tensione vissuta dalla famiglia di Serena Mollicone, che continua a sperare in un nuova opportunità di affrontare la verità sull’omicidio.
La battaglia dei familiari di Serena
Ad opporsi a questa visione serena degli Mottola, i familiari di Serena, che dopo la morte del padre Guglielmo Mollicone si sono uniti per chiedere giustizia. La sorella di Serena, Consuelo, e lo zio Antonio sono stati al centro di un’incessante lotta per la verità e hanno espresso la loro convinzione che il ricorso presentato dalla procura generale sia solidamente fondato. Anthony Iafrate, legale di Consuelo, ha chiarito che il movimento per riaprire i giudizi non perde di vista la speranza di giungere a nuove scoperte.
Tuttavia, tra i familiari di Serena cresce la consapevolezza che la decisione della Cassazione potrebbe mettere fine a un caso già ricco di colpi di scena; non considerando valide nuove strategie processuali, si profila uno scenario in cui l’omicidio rimarrebbe senza un colpevole.
La vicenda di Serena Mollicone
Serena sparisce il 1 giugno 2001, quando, dopo aver preparato la colazione per il padre, esce di casa per recarsi all’ospedale di Sora. Da quel momento, non farà più ritorno. Il suo corpo sarà ritrovato solo due giorni dopo, in uno stato tremendo: legata e abbandonata nel bosco di Fonte Cupa, con segni evidenti di violenza. Questo tragico evento ha dato il via a indagini che si sono protratte per anni, ma la verità si è spesso rivelata sfuggente.
Il caso ha visto l’alternarsi di archiviazioni, processi e un incessante dibattito attorno a varie dinamiche legate al coinvolgimento dei Mottola e di altri. Con quasi ventiquattro anni di distanza dalla morte di Serena, il mistero continua a permanere, e la comunità rimane in attesa di una verità che possa finalmente emergere.