L’Assegno Unico, il contributo mensile destinato alle famiglie con figli a carico, sta per essere erogato. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle scadenze e ai requisiti necessari per ricevere l’importo corretto. In questo articolo esploreremo le tempistiche di pagamento e come evitare di ricevere una somma inferiore rispetto a quella spettante.
Tempistiche di pagamento dell’assegno unico
Siamo ormai ad aprile 2025 e molti beneficiari attendono con ansia l’accredito dell’Assegno Unico. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha comunicato che i pagamenti relativi al mese di aprile saranno effettuati dopo Pasqua. Sebbene non sia stata fornita una data precisa, si prevede che gli accrediti inizieranno dal primo giorno feriale utile successivo alle festività pasquali, quindi martedì 22 aprile.
L’Assegno Unico è un sostegno economico mensile rivolto ai nuclei familiari con figli a carico fino ai 21 anni d’età o senza limiti per i figli disabili. Possono richiederlo lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e anche disoccupati o inoccupati. È importante sottolineare che la somma accreditata può variare in base alla situazione economica del richiedente.
Rischio di ricevere un importo ridotto
Un aspetto cruciale da considerare è la possibilità di ricevere un importo inferiore rispetto a quello atteso. Alcuni beneficiari potrebbero trovarsi davanti all’amara sorpresa di vedere accreditata solo la cifra minima prevista dall’INPS: attualmente pari a 57,50 euro al mese in assenza dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente . Questa situazione si verifica quando il richiedente ha un ISEE superiore alla soglia massima stabilita oppure non ha presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica .
Inoltre, chi non aggiorna tempestivamente la propria situazione reddituale rischia anch’esso di percepire solo l’importo minimo previsto dall’INPS. Questo avviene perché l’importo dell’assegno viene calcolato sulla base dei dati forniti nell’attestazione ISEE.
Come rimediare all’importo ridotto
Fortunatamente esistono delle soluzioni per recuperare eventuali arretrati nel caso in cui l’ISEE non sia stato rinnovato entro il termine previsto del 28 febbraio 2025. Infatti c’è tempo fino al 30 giugno dello stesso anno per presentare una nuova DSU ed ottenere così gli importi corretti.
È importante sapere che chi presenta il nuovo ISEE entro questa data potrà recuperare le differenze tra quanto spettante secondo le nuove maggiorazioni e quanto effettivamente ricevuto dal mese di marzo in poi. Perciò se ci si trova nella condizione di dover aggiornare l’ISEE è consigliabile farlo tempestivamente.
La procedura per richiedere il nuovo ISEE è piuttosto semplice: basta collegarsi al portale INPS utilizzando SPID o CIE e seguire le istruzioni fornite nella sezione dedicata all’autocertificazione della propria situazione economica.
Scadenza annuale per aggiornamento ISEE
Per comprendere meglio come funziona il sistema degli aggiornamenti dell’ISEE va detto che quest’ultimo ha validità fino al 31 dicembre dell’anno in cui viene presentata la DSU stessa; pertanto quello presentato nel corso del 2024 sarà valido fino alla fine dello stesso anno.
Nonostante ciò non c’è bisogno affrettarsi subito dopo Capodanno; infatti esiste un periodo utile durante il quale i cittadini possono adeguarsi senza perdere diritti sul contributo ricevuto dall’INPS. Il termine ultimo fissato dalla normativa vigente rimane comunque quello del 28 febbraio ogni anno; quindi chi desidera mantenere aggiornate le proprie informazioni reddituali deve tenerne conto ed agire prima della scadenza annuale stabilita dalla legge italiana.
Chiunque abbia dubbi su come procedere può rivolgersi ad enti specializzati come patronati o CAF presenti sul territorio nazionale; questi offrono assistenza gratuita nella compilazione della DSU necessaria ai fini del rilascio dell’attestazione ISEE aggiornata.
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