L’Assegno Sociale rappresenta un sostegno economico fondamentale per molti cittadini italiani e stranieri residenti in Italia. Destinato a chi ha almeno 67 anni di età, questo aiuto è riservato a coloro che non percepiscono una pensione da lavoro e si trovano in difficoltà economica. Recenti aggiornamenti dell’Osservatorio Statistico sulle pensioni dell’INPS rivelano importanti dati sulla distribuzione degli assegni sociali nel Paese.
Chi può beneficiare dell’assegno sociale
Per accedere all’Assegno Sociale, i richiedenti devono soddisfare specifici requisiti. È necessario avere almeno 67 anni e risiedere stabilmente in Italia da almeno dieci anni. Inoltre, il richiedente non deve disporre di una pensione da lavoro e deve trovarsi in uno stato di bisogno economico verificabile. Secondo le ultime statistiche fornite dall’INPS, attualmente sono circa 878 mila gli assegni sociali erogati; tra questi, ben 371 mila derivano da invalidità civile.
Un dato significativo riguarda la distribuzione demografica dei beneficiari: circa il 60% degli assegni è destinato a donne, con una concentrazione notevole nelle regioni del Sud Italia. Questo evidenzia come l’assegno sociale sia un supporto cruciale per le fasce più vulnerabili della popolazione anziana.
Valutazione reddituale per l’accesso all’assegno
L’accesso all’Assegno Sociale è subordinato alla valutazione della situazione reddituale del richiedente. Per i singoli non coniugati, il reddito personale non deve superare i 7.002,97 euro annui; per coloro che sono sposati legalmente, invece, il limite sale a un massimo di 14.005,94 euro considerando anche il reddito del coniuge.
La complessità nella liquidazione dell’Assegno deriva principalmente dalla necessità di valutare accuratamente i redditi dichiarati dai richiedenti. In situazioni particolari – come nel caso di redditi provenienti dalla vendita di immobili – l’INPS ha fornito nuove indicazioni operative tramite messaggi ufficiali . Se un cittadino chiede l’assegno per la prima volta dopo aver venduto un immobile nell’anno corrente, si considera solo il reddito presunto; se invece riceve già l’assegno sociale al momento della vendita immobiliare si fa riferimento al reddito dell’anno solare precedente.
Inoltre esistono esenzioni riguardanti la casa d’abitazione: mentre il valore della residenza principale non viene considerato ai fini del calcolo dei redditi imponibili per ottenere l’assegno sociale, eventuale guadagno derivante dalla sua vendita perde tale esenzione poiché cambia la finalità abitativa originaria.
Situazioni limite nella valutazione dello stato di bisogno
Il concetto di “stato di bisogno” viene ulteriormente complicato dalla presenza di conti correnti bancari o investimenti mobiliari detenuti anche all’estero dal richiedente. Anche se tali beni non generano interessi o utili immediatamente percepibili possono influire negativamente sulla richiesta d’accesso all’Assegno Sociale secondo quanto stabilito dall’INPS.
Questi elementi patrimoniali vengono considerati nella valutazione complessiva delle condizioni economiche del soggetto interessato e possono contrastare con lo stato effettivo d’indigenza richiesto per ricevere assistenza finanziaria pubblica.
Infine va segnalata una questione giuridica ancora aperta riguardo ai titolari dei permessi speciali: attualmente rimane pendente presso la Corte di Giustizia dell’Ue un pronunciamento sul diritto ad accedere all’Assegno Sociale anche per chi possiede permessi temporanei o specializzati legati alla protezione internazionale o umanitaria; fino ad allora questi permessi non danno diritto automatico al sostegno economico previsto dall’assistenza pubblica italiana.