Arrokoth: il misterioso oggetto della fascia di Kuiper che rivela i segreti del nostro Sistema Solare

Arrokoth, un corpo celeste della fascia di Kuiper studiato dalla sonda New Horizons, offre importanti indizi sulle origini del Sistema Solare grazie alle sue caratteristiche geologiche e chimiche uniche.
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Arrokoth, un corpo celeste situato nella fascia di Kuiper, è stato osservato dalla sonda New Horizons oltre due anni fa. La sua forma particolare ha catturato l’attenzione degli scienziati, rendendolo un importante oggetto di studio per comprendere le origini del nostro Sistema Solare. Questo articolo esplora le caratteristiche e le scoperte relative a questo affascinante mondo.

La scoperta di Arrokoth da parte della sonda New Horizons

La sonda spaziale New Horizons, progettata dalla NASA per l’esplorazione di Plutone e Caronte, ha incontrato Arrokoth durante il suo viaggio ai confini del Sistema Solare. L’oggetto, inizialmente apparso sfocato e simile a un pupazzo di neve, si è rivelato essere molto più interessante. Conosciuto anche come MU69, Arrokoth offre una finestra sui primi anni della formazione planetaria.

Le immagini ottenute durante il flyby hanno mostrato che Arrokoth è composto da due lobi distinti collegati da un sottile collo. Questa struttura unica ha portato gli scienziati a ipotizzare che fosse formato da due parti separate che si sono unite in modo gentile nel corso del tempo. Il periodo di rotazione dell’oggetto dura circa 16 ore e impiega circa 298 anni per completare un’orbita attorno al Sole.

Le caratteristiche geologiche e chimiche

Arrokoth presenta una superficie complessa caratterizzata principalmente dal colore rosso intenso. Questo colore potrebbe indicare la presenza di toline, composti organici riscontrabili anche su altri corpi celesti nella fascia di Kuiper come Plutone e Titano. Sebbene non ci siano certezze definitive sulla presenza delle toline su Arrokoth, i dati raccolti potrebbero fornire indizi preziosi quando confrontati con quelli ottenuti su Titano.

Inoltre, la temperatura superficiale dell’oggetto varia notevolmente: i poli dei suoi lobi raggiungono temperature estremamente basse intorno ai -212 gradi Celsius mentre la zona centrale dove i due lobi si congiungono può arrivare fino a -14 gradi Celsius. Queste misurazioni sono state effettuate analizzando la luminosità dell’oggetto attraverso radiazioni emesse dalla sua superficie.

Implicazioni scientifiche delle osservazioni su Arrokoth

La scoperta delle caratteristiche fisiche e chimiche di Arrokoth offre agli scienziati importanti informazioni sulle condizioni primordiali del nostro Sistema Solare. La presenza dei crateri sulla sua superficie suggerisce una storia geologica relativamente tranquilla; infatti gli impatti subiti dall’oggetto non sembrano essere stati violenti o frequenti nel tempo.

Il fatto che la maggior parte della superficie sia liscia implica che non ci siano stati eventi catastrofici significativi dopo la sua formazione iniziale avvenuta circa 4 miliardi d’anni fa. Gli esperti ipotizzano quindi uno scenario in cui le sue due porzioni abbiano orbitato sincronicamente prima di unirsi dolcemente ad una velocità massima stimata attorno ai 2 metri al secondo.

Orkan Umurhan, ricercatore scientifico coinvolto nello studio degli oggetti transnettuniani come Arrokoth, afferma: “Arrokoth è la capsula del tempo delle origini del nostro Sistema Solare.” Le ricerche continuano a fornire spunti fondamentali per comprendere meglio non solo questo corpo celeste ma anche le dinamiche formative dei pianeti nel loro insieme.

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