Arrestati tre complici di una rapina violenta a Megliadino San Fidenzio, coinvolta anche la badante

Il 27 marzo 2025, i Carabinieri arrestano tre persone, tra cui la badante delle vittime, per una rapina premeditata avvenuta nel 2015 a Megliadino San Fidenzio.
Arrestati tre complici di una rapina violenta a Megliadino San Fidenzio, coinvolta anche la badante - Socialmedialife.it

Il 27 marzo 2025, i Carabinieri della Stazione di Cologna Veneta hanno arrestato tre persone coinvolte in una rapina avvenuta quasi dieci anni fa a Megliadino San Fidenzio, in provincia di Padova. Tra gli arrestati c’è anche la badante delle vittime, che ha giocato un ruolo chiave nella pianificazione del colpo. Gli ordini di carcerazione erano stati emessi dalla Procura della Repubblica di Rovigo il 25 marzo.

La rapina: un attacco premeditato

La sera del 16 dicembre 2015 segna un momento drammatico per due anziane sorelle residenti a Megliadino San Fidenzio. L’episodio si è consumato quando un gruppo armato e travisato ha fatto irruzione nella loro abitazione con l’intento preciso di derubarle. Le due donne furono minacciate e costrette ad obbedire agli ordini dei malviventi sotto la pressione delle armi.

I rapinatori non si limitarono a intimidire le vittime: legarono mani e piedi le sorelle e le costrinsero a sdraiarsi su un letto mentre saccheggiavano ogni angolo della casa. In pochi minuti riuscirono a portare via denaro contante, gioielli e altri beni preziosi, lasciando dietro di sé solo caos e paura. Una volta completata l’operazione, fuggirono abbandonando le donne immobilizzate nel loro stesso appartamento.

La scoperta dell’accaduto avvenne diverse ore dopo grazie all’intervento della badante delle sorelle che si era presentata per il turno serale. Fingendo shock per quanto accaduto, chiamò i soccorsi senza rivelare il suo coinvolgimento diretto nei fatti.

Il ruolo della badante nella pianificazione del colpo

Le indagini condotte dai Carabinieri hanno rivelato dettagli inquietanti riguardo alla figura della badante che inizialmente sembrava una semplice testimone innocente dell’accaduto. Attraverso meticolose ricostruzioni degli eventi ed esami approfonditi delle prove raccolte sul luogo del crimine, gli investigatori hanno scoperto che la donna aveva fornito informazioni cruciali ai suoi complici.

Era ben consapevole delle abitudini quotidiane delle sorelle e conosceva perfettamente gli orari in cui erano più vulnerabili; inoltre sapeva dove erano custoditi i beni più preziosi all’interno dell’abitazione. Questo livello di conoscenza ha permesso ai malviventi di agire con precisione durante l’irruzione.

L’analisi dei dati telefonici ha ulteriormente confermato i collegamenti tra la badante e gli altri due complici arrestati: uomini rispettivamente di 54 e 52 anni che avevano collaborato al piano criminoso fin dall’inizio.

Conseguenze legali per i responsabili

Dopo anni trascorsi nell’incertezza legale post-rapina, finalmente è stata fatta giustizia per le vittime grazie alle operazioni dei Carabinieri locali. I tre individui sono stati arrestati il giorno successivo all’emissione degli ordini da parte della Procura ed ora dovranno affrontare una pena detentiva significativa presso la Casa Circondariale di Verona Montorio.

Le indagini hanno richiesto tempo ma sono state fondamentali nel garantire che coloro che avevano perpetrato questo atto violento rispondessero davanti alla legge per le loro azioni disumane nei confronti delle anziane sorelle. I tre dovranno scontare quasi tre anni in carcere come conseguenza diretta del loro comportamento criminale.