Archiviazione dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi: nessun colpevole alternativo trovato

L’archiviazione del caso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco nel 2007, segna una svolta significativa nella complessa vicenda giudiziaria che ha coinvolto il suo ex fidanzato, Alberto Stasi. Il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Fabio Lambertucci, ha deciso di chiudere l’inchiesta che imputava un ruolo nel delitto al giovane Andrea Sempio, la cui difesa ha tentato di individuare alternative all’accusa definitiva contro Stasi. Questo episodio riaccende l’attenzione sulla responsabilità della giustizia e sulle dinamiche delle indagini penali.

Le accuse e l’archiviazione dell’inchiesta

La decisione del gip Lambertucci di archiviare l’inchiesta si basa su una valutazione approfondita delle prove presentate dalla difesa di Andrea Sempio. L’archiviazione è avvenuta a seguito di un esposto presentato da Elisabetta Ligabò, madre di Alberto Stasi, che ha chiesto di rivalutare le circostanze attorno all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Nel provvedimento, si sottolinea che la difesa di Sempio ha fornito elementi “inconsistenti” e “inattendibili” nel tentativo di dimostrare che un altro possibile colpevole esistesse, al fine di sollevare il suo assistito da ulteriori responsabilità.

Il procuratore aggiunto Mario Venditti e il pubblico ministero Giulia Pezzino avevano già formulato la richiesta di archiviazione dopo aver esaminato gli atti e i risultati delle indagini, evidenziando che i tentativi della difesa di Sempio sembravano più un tentativo maldestro di trovare un colpevole alternativo piuttosto che un’effettiva ricerca della verità. La difesa aveva presentato una consulenza genetica che suggeriva che il Dna trovato sulle unghie di Chiara potesse appartenere a un amico del fratello della vittima. Tuttavia, il gip ha respinto questa consulenza come “radicalmente priva di attendibilità”.

La reazione della famiglia Poggi e il futuro di Stasi

La famiglia di Chiara Poggi ha espresso con fermezza il proprio sentimento nei confronti delle indagini e delle accuse rivolte contro Stasi. I genitori, Giuseppe e Rita Poggi, hanno commentato con soddisfazione l’archiviazione dell’inchiesta e hanno riaffermato la certezza della colpevolezza di Stasi, evidenziando che la vicenda della ricerca di un colpevole alternativo non ha che confermato le responsabilità già riconosciute in sede giudiziaria. Hanno aggiunto un appello affinché non si ripetano ulteriori tentativi di infangare la memoria della figlia e di screditare chi è già stato condannato per il suo omicidio.

Alberto Stasi, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, dovrà affrontare una richiesta di revisione del processo, già prevista per il mese di aprile. La sua difesa ha sempre sostenuto la sua innocenza, ma i continui tentativi di smontare le responsabilità già accertate non sono riusciti a trovare fondamento, come dimostra la conclusione della recente indagine.

La questione dell’onorabilità e dell’azione civile

Andrea Sempio ha annunciato possibili azioni civili a tutela della propria onorabilità. Queste dichiarazioni riflettono la volontà di Sempio di difendersi, nonostante gli sviluppi dell’inchiesta non abbiano avvalorato la sua posizione. Sempio ha anche dichiarato di sentirsi sorreggendo i genitori di Chiara Poggi, confermando un desiderio di giustizia e verità. D’altra parte, la famiglia Poggi, assistita dai legali Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, ha ribadito che spetta agli organi competenti decidere sulla legittimità delle accuse, auspicando che non si verifichino più tentativi di spostare la colpa da chi è già stato condannato.

Con l’archiviazione dell’inchiesta su Andrea Sempio, si chiude un capitolo della complicata vicenda di Garlasco. Rimane però aperta la ferita di una tragedia familiare e il ricordo di Chiara Poggi continua a essere un monito sui rischi del malcostume e della giustizia. Con i legali di Alberto Stasi pronti a far sentire la loro voce, la questione dell’omicidio di Chiara è tutt’altro che risolta. A distanza di anni, l’attenzione rimane alta, sia quella mediatica che quella sociale, così come la memoria di una giovane vita tragicamente spezzata.

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