L’importanza dei luoghi storici è spesso sottovalutata, ma la valorizzazione di spazi come i chiostri può rivelarsi cruciale per la comunità. Oggi, padre Agostino Crocco, frate agostiniano, esprime il suo forte appello per l’uso adeguato di un chiostro che ha un valore non solo spirituale, ma anche sociale e culturale. La situazione attuale è preoccupante, e il frate intercede affinché venga data una nuova vita a questi spazi storici.
Un chiostro a metà
Padre Agostino Crocco descrive il disagio di vivere all’interno di un’abbazia con solo uno dei chiostri accessibili. “Mi sento un po’ prigioniero qui,” confida, illustrando chiaramente il suo punto di vista. L’abbazia dispone di due chiostri, ma solo uno è accessibile e utilizzabile dalla comunità, dai visitatori e dai turisti. La sensazione è quella di dover respirare con un solo polmone, una metafora che sottolinea l’importanza di questi spazi come luoghi di ristoro e riflessione per tutti.
“Il chiostro dei morti che abbiamo reso bello è ora un luogo che vogliamo tornare a vivere,” continua padre Crocco, rimarcando l’impegno costante nella cura e nella bellezza del chiostro, investendo energie e risorse per riportarlo al suo antico splendore. La necessità di utilizzare appieno queste strutture è una questione che trascende il semplice bisogno di spazio; è un urlo di aiuto che chiede a gran voce la riappropriazione di un patrimonio storico e culturale.
L’appello per la rioccupazione
La questione si complica ulteriormente con l’occupazione storica del centro, che in passato è stato utilizzato dall’esercito. “Ora che non c’è più, l’esercito siamo noi,” afferma con forza, rimarcando il ruolo attivo della comunità nella salvaguardia e nella valorizzazione del chiostro. Questa idea di un “esercito della salvezza” riflette un desiderio collettivo di ripristinare e rinvigorire questi spazi e renderli fruibili per tutti, restituendo vitalità a un luogo ricco di storia e significato.
Padre Pagano, un altro frate coinvolto nella causa, aggiunge una nota di urgenza: “Appena sentiamo i primi rumori dei martelli, occuperemo.” Qui, il riferimento ai “rumori dei martelli” evoca l’idea di imminenti lavori di ristrutturazione, un passo necessario per il rilancio del chiostro. La partecipazione di circa 2000 fedeli segna un forte coinvolgimento della comunità, che si sta mobilitando per riappropriarsi di un patrimonio culturale che appartiene a tutti.
La testimonianza di padre Crocco e le parole di padre Pagano invitano a riflettere sull’importanza di preservare e valorizzare i territori storici, non solo per preservare la memoria collettiva, ma anche come spazi vivi in cui continuare a scrivere la storia di una comunità.