Antonio Scurati porta in scena la caduta del fascismo: il nuovo spettacolo al Teatro Strehler

In occasione del 25 aprile, esce “M. La fine e il principio” di Antonio Scurati, ultimo volume della quadrilogia su Mussolini, accompagnato da uno spettacolo teatrale al Teatro Strehler.
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In occasione del 25 aprile, data simbolica per la Liberazione italiana, esce l’ultimo libro di Antonio Scurati della quadrilogia dedicata a Mussolini. Il romanzo “M. La fine e il principio“, pubblicato da Bompiani, non è solo un’opera letteraria ma una ricostruzione storica attraverso documenti e lettere dell’epoca. Per celebrare questa uscita, giovedì 24 aprile andrà in scena al Teatro Strehler uno spettacolo teatrale ispirato all’opera di Scurati, con una drammaturgia firmata da Lorenzo Pavolini.

La quadrilogia di Antonio Scurati

Antonio Scurati ha dedicato anni alla scrittura di una quadrilogia che esplora l’ascesa e la caduta del regime fascista attraverso gli occhi di Benito Mussolini. I suoi libri si basano su un’attenta ricerca storica che include atti ufficiali, comunicazioni e corrispondenza dell’epoca. Non si tratta quindi di un semplice saggio storico ma piuttosto di una narrazione avvincente che ripercorre i momenti cruciali dalla marcia su Roma fino alla fine del regime fascista.

Il primo volume ha riscosso grande successo per la sua capacità di rendere vivi eventi storici complessi attraverso personaggi ben delineati e situazioni coinvolgenti. Con “M. La fine e il principio“, Scurati conclude questo viaggio narrativo mostrando le conseguenze della caduta del dittatore non solo sulla figura stessa di Mussolini ma anche sull’intero Paese, segnato dalla guerra civile e dalle devastazioni belliche.

Lo spettacolo teatrale al Teatro Strehler

La trasposizione teatrale dello scritto di Scurati è stata curata da Lorenzo Pavolini ed è interpretata da un cast d’eccezione composto da Luca Marinelli nel ruolo principale insieme a Francesco Russo e Barbara Chichiarelli. L’accompagnamento musicale è affidato ai musicisti Rodrigo D’Erasmo e Mario Conte, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza visiva con sonorità evocative.

Pavolini ha scelto un approccio originale per lo spettacolo: non vuole essere né una commemorazione né una lezione didattica sulla storia italiana; piuttosto intende offrire uno spaccato polifonico delle emozioni umane durante uno dei periodi più bui della nostra storia recente. Le lettere lette in scena creano un dialogo tra passato e presente, permettendo agli spettatori di comprendere il collasso non solo personale ma collettivo vissuto dall’Italia durante quegli anni drammatici.

Un racconto dal punto di vista di Mussolini

Uno degli aspetti più interessanti dello spettacolo è la scelta narrativa: tutto viene raccontato dal punto di vista stesso dell’ex dittatore Benito Mussolini. Attraverso le parole interpretate da Marinelli emerge il tormento interiore del leader mentre affronta il tradimento dei suoi alleati politici, la fuga disperata verso nord e infine la cattura finale.

Intorno a lui si dipinge anche lo scenario desolante dell’Italia post-fascista: città distrutte dai bombardamenti alleate ed una popolazione affamata che lotta per sopravvivere nel caos della guerra civile tra nazifascisti ed eserciti partigiani resistenti. Questo contesto storico rende evidente come gli eventi personali possano riflettersi su scala nazionale creando così un racconto complesso dove ogni individuo vive le proprie battaglie quotidiane mentre cerca riscatto in mezzo alla rovina.

L’opera offre quindi uno sguardo profondo sulle dinamiche sociali ed emotive che hanno caratterizzato quel periodo critico nella storia italiana; rappresentando così non solo la caduta personale de M., ma anche quella collettiva dell’intera nazione verso nuove prospettive future.

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