Alibi di Roberto Zorzi contestato: nuova testimonianza sulla strage di Piazza della Loggia

La riapertura del caso della strage di Piazza della Loggia, grazie a nuove testimonianze, mette in discussione l’alibi di Roberto Zorzi e solleva interrogativi sulle indagini storiche.
Alibi di Roberto Zorzi contestato: nuova testimonianza sulla strage di Piazza della Loggia - Socialmedialife.it

La strage di Piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974, continua a far parlare di sé. Un caso che ha segnato la storia italiana e il dibattito sulla sicurezza pubblica. Recentemente, la testimonianza di una giovane donna ha messo in discussione l’alibi di Roberto Zorzi, accusato di essere uno dei due esecutori materiali della bomba che ha causato diverse vittime. La Corte d’Assise di Brescia ha riaperto il caso, gettando nuova luce su eventi avvenuti oltre cinquant’anni fa.

La testimonianza del maresciallo Siddi

Il maresciallo Siddi, all’epoca dei fatti, ha riportato in un verbale di servizio che il 29 maggio del 1974, giorno dopo l’attentato, Zorzi è stato visto nel bar di Porta San Giorgio a Verona. Siddi ha evidenziato come Daniela, figlia del barista, avrebbe ricordato di averlo visto parlare con alcune persone fino a poco prima della deflagrazione. In base ai suoi appunti, Zorzi si trovava nel bar fino oltre le 10 del mattino, pochi minuti prima che la bomba esplodesse a Brescia, provocando un gran numero di feriti e decessi.

Le circostanze di questa testimonianza, quindi, sembravano fornire un alibi solido per Zorzi. Nelle indagini, che si sono protratte per decenni, questo elemento è sempre stato considerato cruciale. Tuttavia, l’intervento della figlia del barista durante il nuovo processo ha rivelato un quadro inquietante.

La testimonianza di Daniela e la sua chiarezza

Nel corso dell’udienza, Daniela, sentita come testimone, ha smontato la versione fornita in passato, affermando categoricamente di non conoscere Roberto Zorzi. Secondo le sue dichiarazioni, non sarebbe mai stata interrogata dai carabinieri riguardo a Zorzi e avrebbe chiarito che non ha mai detto le frasi precedentemente riportate nel verbale. Ha sottolineato che pur conoscendo il padre, il nome di Zorzi non le è mai apparso significativo.

Questo cambiamento di posizione alla luce dei testimoni, e preciso nel rifiuto di ogni supposizione riguardante Zorzi, ha fatto riemergere questioni riguardo agli atti e alle indagini condotte all’epoca. La possibilità che l’alibi di Zorzi fosse inattendibile si apre ora a nuove interrogazioni e verifiche.

Riflessioni sul processo e le sue implicazioni

La rinascita del caso di Piazza della Loggia, in un contesto così complesso, evidenzia le carenze di alcune indagini storiche. Come spesso accade, l’evoluzione della testimonianza e le nuove prove possono rimettere in discussione le certezze consolidate. La figura di Roberto Zorzi, accusato di un crimine di grande gravità, rischia ora di vedere il suo destino cambiato dalle nuove dichiarazioni e dalle lacune emerse.

Questo nuovo capitolo della storia giuridica italiana potrebbe anche avere ripercussioni più ampie, rimettendo in discussione altre sentenze e approcci a casi storici. Gli occhi della giustizia, dopo cinquant’anni, sono ancora puntati su una verità che continua a sfuggire e stimola interrogativi sulla memoria collettiva e l’importanza della giustizia.

Change privacy settings
×