Vinta la prima importante battaglia sul copyright AI negli USA - Socialmedialife.it
Thomson Reuters ha ottenuto una vittoria significativa nel primo grande caso di **copyright** relativo all’**intelligenza artificiale** negli **Stati Uniti**. La sentenza, emessa il 10 febbraio 2025, dal giudice **Stephanos Bibas** del **Tribunale Distrettuale del Delaware**, ha stabilito che la **startup** legale **Ross Intelligence** ha effettivamente violato i **diritti d’autore** di **Thomson Reuters**, utilizzando materiali provenienti dalla sua piattaforma di **ricerca legale**, **Westlaw**.
Nel 2020, **Thomson Reuters** aveva avviato un’azione legale senza precedenti contro **Ross Intelligence**, accusando la **startup** di aver riprodotto contenuti protetti da **copyright**. La decisione di oggi ha confermato la posizione della **multinazionale**, con il giudice che ha respinto tutte le possibili difese presentate da **Ross**. “Nessuna delle difese di **Ross** ha fondamento. Le respingo tutte,” ha affermato **Bibas** in un giudizio sommario.
La questione del **copyright** nell’ambito dell’**intelligenza artificiale** ha suscitato un acceso dibattito legale, con numerosi casi in corso negli **Stati Uniti** e in altri paesi, tra cui **Cina**, **Canada** e **Regno Unito**. La crescita esponenziale dell’**IA generativa** ha portato a una serie di battaglie legali riguardanti l’uso di materiali protetti, poiché molti strumenti di **IA** sono stati sviluppati addestrando algoritmi su opere coperte da **copyright**, come **libri**, **film** e opere d’arte.
Il giudice **Bibas** ha anche affrontato la questione dell’**uso equo**, un aspetto cruciale per le aziende di **IA** che cercano di difendersi dalle accuse di uso illegale di materiali protetti. La dottrina dell’**uso equo** consente, in determinate circostanze, di utilizzare opere protette senza autorizzazione, ad esempio per creare opere parodistiche o per scopi di **ricerca non commerciale**. Nella sua sentenza, **Bibas** ha stabilito che **Ross Intelligence** ha cercato di competere direttamente con **Westlaw**, sviluppando un sostituto di mercato, e ha così prevalso su due dei quattro fattori considerati per determinare l’**uso equo**.
**Jeffrey McCoy**, portavoce di **Thomson Reuters**, ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando che il contenuto editoriale di **Westlaw**, creato e mantenuto dai loro avvocati editori, è protetto da **copyright** e non può essere utilizzato senza consenso. “La copia dei nostri contenuti non era ‘uso equo'”, ha dichiarato **McCoy**.
Nonostante la vittoria, **Ross Intelligence** aveva già subito le conseguenze della battaglia legale, chiudendo nel 2021 a causa dei costi del contenzioso. Al contrario, aziende come **OpenAI** e **Google**, che continuano a combattere in tribunale, dispongono di risorse finanziarie sufficienti per affrontare conflitti legali prolungati.
Secondo **James Grimmelmann**, professore di **diritto digitale** e **internet** presso la **Cornell University**, questa sentenza rappresenta un duro colpo per le aziende di **IA**. “Se questa decisione verrà seguita altrove, sarà davvero negativa per le aziende di **IA generativa**,” ha avvertito **Grimmelmann**, aggiungendo che il giudizio di **Bibas** suggerisce che gran parte della giurisprudenza citata dalle aziende di **IA** per sostenere l’**uso equo** potrebbe essere considerata “irrilevante”.
**Chris Mammen**, partner dello studio legale **Womble Bond Dickinson** e specialista in **diritto della proprietà intellettuale**, condivide la preoccupazione di **Grimmelmann**, affermando che questa sentenza complica ulteriormente gli argomenti delle aziende di **IA** riguardo all’**uso equo**, sebbene la situazione possa variare a seconda del ricorrente. “Questo orienta la bilancia verso la posizione che l’**uso equo** non si applica,” ha concluso **Mammen**.