Usa e Inghilterra: il gesto inaspettato nei confronti di Emmanuel Macron

Il recente Summit for Action on AI, tenutosi a Parigi il 10 e 11 febbraio 2025, si è rivelato un evento deludente, contrariamente alle aspettative del presidente francese Emmanuel Macron, che lo aveva descritto come un momento cruciale per la governance dell’intelligenza artificiale a livello globale. Nonostante la partecipazione di 61 Paesi, tra cui Francia, India e Cina, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno rifiutato di firmare la dichiarazione finale, che prevedeva l’impegno a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale “aperti, inclusivi, trasparenti ed etici”. Questo rifiuto ha evidenziato le divisioni esistenti tra le potenze mondiali.

Necessità di coordinamento nella governance dell’IA

Nel documento, i firmatari hanno sottolineato la necessità di un coordinamento più forte nella governance dell’IA, proponendo un “dialogo globale” per evitare la concentrazione del mercato e rendere la tecnologia più accessibile. Tra le priorità, è stata menzionata l’importanza di rendere l’intelligenza artificiale sostenibile per le persone e per il pianeta. Durante il summit, è stata annunciata la creazione di un osservatorio sull’impatto energetico dell’IA, guidato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia, con l’obiettivo di coinvolgere le aziende leader del settore.

Competizione tra Washington e Pechino

Il presidente Macron ha dichiarato: «Qui poniamo le basi, insieme all’innovazione e all’accelerazione, di ciò che permetterà all’intelligenza artificiale di realizzarsi e di affermarsi, ovvero le chiavi della fiducia». Tuttavia, la competizione tra Washington e Pechino ha dominato il dibattito, con il vicepresidente americano J.D. Vance che ha criticato l’eccessiva regolamentazione, avvertendo che potrebbe soffocare un’industria in fase di crescita. Vance ha affermato che il futuro dell’IA non sarà determinato da chi si preoccupa eccessivamente della sicurezza, ma da chi investe in infrastrutture e produzione di chip.

Riferimenti a regimi autoritari

Durante il suo intervento, Vance ha evitato di menzionare direttamente la Cina o la startup cinese DeepSeek, che sta sfidando ChatGPT. Tuttavia, ha fatto riferimento a “regimi” che utilizzano l’IA per aumentare il controllo sui propri cittadini e su quelli di altri Paesi, implicando chiaramente il regime cinese. Ha avvertito che collaborare con tali regimi significa legare la propria nazione a un’autorità autoritario.

Iniziative europee per l’IA

La Gran Bretagna, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, ha dichiarato di non aver potuto concordare tutte le parti della dichiarazione e di firmare solo quelle che rispondono ai propri interessi nazionali. Nel frattempo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha lanciato l’iniziativa “InvestAI”, con l’obiettivo di mobilitare 200 miliardi di euro per investimenti nel settore dell’IA, inclusi 20 miliardi di euro per le gigafactory. Von der Leyen ha negato che l’Unione Europea sia in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina, affermando che la corsa è solo all’inizio e che la leadership globale è ancora in gioco.

Il ruolo dell’Europa nella competizione globale

L’Europa, per ora, sembra essere relegata a un ruolo di spettatrice in questa competizione, mentre le potenze mondiali si preparano a definire il futuro dell’intelligenza artificiale.

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