OpenAI prevede di completare il primo design di chip personalizzato nel 2025

Il 10 febbraio 2025, OpenAI ha annunciato progressi significativi nello sviluppo del suo primo chip di intelligenza artificiale personalizzato, segnando un passo importante per ridurre la dipendenza dai fornitori di chip esterni, in particolare da Nvidia. Questa iniziativa ha come obiettivo la creazione di un silicio interno che possa soddisfare le esigenze crescenti dell’azienda, che è conosciuta per il suo prodotto di punta, ChatGPT.

Il progetto del chip di OpenAI

OpenAI sta attualmente finalizzando il design del proprio chip, con l’intento di inviarlo a Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) per la produzione. Secondo fonti vicine alla questione, il processo di invio del progetto, noto come “taping out“, è previsto nei prossimi mesi. Questo passo è cruciale, poiché il successo del tape-out determina la possibilità di avviare la produzione su larga scala, che OpenAI prevede di realizzare entro il 2026. Tuttavia, il processo di produzione di un chip richiede tempo e risorse; un tape-out può costare decine di milioni di dollari e, se il progetto non dovesse andare a buon fine, l’azienda dovrà affrontare ulteriori ritardi e costi per diagnosticare e correggere eventuali problemi.

Strategia e obiettivi futuri

Il chip che OpenAI sta sviluppando è visto come un elemento strategico per migliorare la posizione dell’azienda nei confronti dei fornitori di chip. Le fonti indicano che, dopo il primo chip, il team di ingegneri prevede di progettare versioni sempre più avanzate, aumentando le capacità e l’efficienza con ogni nuova iterazione. Se il primo tape-out si svolgerà senza intoppi, OpenAI potrebbe iniziare a produrre in serie il suo chip AI interno, posizionandosi come un potenziale concorrente ai chip di Nvidia.

La startup ha fatto progressi rapidi rispetto ad altre grandi aziende tecnologiche, come Microsoft e Meta, che hanno incontrato difficoltà nel produrre chip soddisfacenti nonostante anni di investimenti. La recente instabilità nel mercato, innescata dalla startup cinese di AI DeepSeek, ha sollevato interrogativi sull’effettiva necessità di un numero così elevato di chip per sviluppare modelli di intelligenza artificiale.

Il team di sviluppo e le sfide economiche

Il team di OpenAI, guidato da Richard Ho, conta attualmente circa 40 ingegneri, un numero relativamente contenuto rispetto agli sforzi di giganti come Google o Amazon, dove i progetti di chip richiedono team molto più ampi. Le stime indicano che un progetto di chip di grandi dimensioni potrebbe costare fino a 500 milioni di dollari per una singola versione, senza contare i costi aggiuntivi per lo sviluppo del software e delle infrastrutture necessarie.

Le aziende che operano nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, come OpenAI, Google e Meta, stanno affrontando una crescente domanda di chip, in quanto un numero maggiore di chip interconnessi nei centri dati contribuisce a migliorare le prestazioni dei modelli. Meta ha annunciato un investimento di 60 miliardi di dollari in infrastrutture AI per il prossimo anno, mentre Microsoft prevede di spendere 80 miliardi di dollari nel 2025. Attualmente, i chip di Nvidia dominano il mercato, con una quota di circa l’80%.

Il crescente costo dei chip e la dipendenza da fornitori unici hanno spinto aziende come Microsoft, Meta e OpenAI a considerare alternative interne o esterne ai chip di Nvidia. Il chip AI di OpenAI sarà inizialmente utilizzato in modo limitato, principalmente per eseguire modelli AI, e non avrà un ruolo centrale nell’infrastruttura dell’azienda.

Produzione e tecnologia avanzata

La produzione del chip AI di OpenAI avverrà presso TSMC, utilizzando una tecnologia di processo avanzata a 3 nanometri. Questo chip avrà un’architettura a matrice sistolica, simile a quella utilizzata da Nvidia, e sarà dotato di memoria ad alta larghezza di banda (HBM) e capacità di rete avanzate. L’implementazione di tali tecnologie è fondamentale per garantire prestazioni elevate e soddisfare le esigenze di calcolo dell’intelligenza artificiale.

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