Altman: “Tra 10 anni ogni persona potrà realizzare quanto la persona più influente di oggi” - Socialmedialife.it
In un recente articolo pubblicato sul suo blog, Sam Altman ha analizzato il cammino verso l’AGI, ovvero l’intelligenza artificiale che, sebbene ancora teorica, potrebbe superare le capacità cognitive degli esseri umani. Questa riflessione si colloca nel contesto attuale del 2025, dove i progressi nel campo dell’AI stanno accelerando rapidamente.
Nel suo scritto, Altman ha delineato i veloci sviluppi dell’AI, mettendo in evidenza l’andamento dell’economia legata a questa tecnologia e analizzando i costi in relazione alle performance. Ha formulato una previsione che esalta l’unione delle potenzialità umane con quelle delle intelligenze artificiali, suggerendo un futuro in cui la tecnologia non solo migliora la vita quotidiana, ma la trasforma radicalmente.
Particolarmente sorprendente è la ferma fiducia di Altman nei progressi futuri. Il CEO di OpenAI ha affermato con convinzione che “la crescita economica che ci attende sembra straordinaria e possiamo immaginare un mondo in cui curiamo tutte le malattie, abbiamo più tempo da dedicare alle nostre famiglie e possiamo esprimere appieno il nostro potenziale creativo.” Questa visione ottimistica invita a riflettere sulle possibilità che l’AI potrebbe offrire nei prossimi anni.
Altman va oltre, prevedendo che l’innovazione portata dall’intelligenza artificiale avrà un impatto così profondo da ampliare enormemente le opportunità e il senso di realizzazione per tutti gli abitanti del pianeta in un arco di tempo relativamente breve. “Tra dieci anni, forse tutti sulla Terra saranno in grado di realizzare più di quanto oggi possa fare la persona più influente,” ha dichiarato, suggerendo che entro il 2035 chiunque avrà accesso all’intero patrimonio di conoscenza e alle capacità intellettive disponibili nel 2025.
In questo contesto, Altman ha esaltato il ruolo degli agenti AI, che secondo lui diventeranno collaboratori indispensabili in ogni ambito lavorativo, contribuendo a una trasformazione radicale delle dinamiche professionali.
Tuttavia, l’approccio di Altman può sembrare un gioco di prestigio, volto a enfatizzare la faccia positiva dell’AI, mentre le sue perplessità emergono solo in secondo piano. Nonostante le sue previsioni ottimistiche, il CEO di OpenAI riconosce che l’impatto dell’AGI sarà irregolare, con alcuni settori che potrebbero subire cambiamenti minimi inizialmente. Inoltre, avverte che l’equilibrio di potere tra capitale e lavoro potrebbe “facilmente andare in tilt.”
Altman esprime anche preoccupazioni riguardo all’uso dell’AI da parte di governi autoritari, che potrebbero sfruttare queste tecnologie per esercitare un controllo più rigoroso sulla popolazione, facendo riferimento a pratiche di sorveglianza di massa e alla perdita di autonomia, un chiaro riferimento all’autoritarismo in alcune nazioni.
La prospettiva di Altman, fortemente influenzata dalla sua visione centrata sulla California, potrebbe non cogliere appieno la realtà della lenta diffusione dell’AI su scala globale, che rimane un problema cruciale. Nonostante le straordinarie performance dei software, l’idea di un’onda di cambiamento così rapida appare improbabile nel breve termine.
Si potrebbe sospettare che le sue affermazioni siano un bluff mirato a sottolineare il predominio del modello statunitense rispetto a quello cinese. La sua enfasi sulle opportunità di realizzazione personale sembra più orientata a beneficiare la società americana e occidentale piuttosto che a considerare un impatto globale.
In definitiva, le previsioni di Altman potrebbero riflettere un tentativo di rilanciare il settore generativo americano dopo le turbolenze causate da eventi come il terremoto di DeepSeek, piuttosto che una visione equilibrata e realistica delle sfide e delle opportunità future.