Accuse di accessi abusivi: l’inchiesta su Enrico Pazzali e le cyber-spie - Socialmedialife.it
Le recenti rivelazioni emerse da un’inchiesta della Procura di Milano fanno luce su presunti accessi abusivi a sistemi informatici da parte di Enrico Pazzali, presidente autosospeso di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize. Un caso che ha preso forma attorno alle indagini condotte su attività di cyber-spionaggio, e che coinvolge anche nomi di alto profilo.
Carmine Gallo, ex superpoliziotto deceduto il 9 marzo, ha fornito una dettagliata testimonianza sugli eventi che hanno portato alla luce la richiesta di Pazzali. Stando ai documenti registrati, Gallo riferisce che Pazzali gli avrebbe chiesto di ottenere informazioni attraverso accessi illegittimi allo Sdi riguardo “La Russa” e il “figlio di La Russa“. In un passaggio significativo, Gallo sottolinea che Pazzali avrebbe giustificato la sua richiesta affermando che gliele aveva chieste “una persona a cui non posso dire di no“.
Questo elemento solleva interrogativi sulla sfera di influenza e i legami di Pazzali, che, come emerge dagli atti, avrebbero spinto l’ex poliziotto a riflettere sul contesto di tale richiesta. Gallo, tuttavia, decise di non procedere con gli accessi, dimostrando una certa cautela nell’affrontare un tema così delicato.
L’indagine rivela che Enrico Pazzali non opera in isolamento, ma ha legami diretti con i Servizi. Carmine Gallo, durante le sue dichiarazioni, ha rimarcato che Pazzali ha amicizie significative all’interno di ambienti governativi, sostenendo che è “amico amico di [nome omesso]” e ha rapporti diretti con il Capo Centro di [nome omesso]. Tali affermazioni pongono interrogativi sulle motivazioni e sull’entità del potere che Pazzali potrebbe esercitare, in particolare in contesti delicati come quelli legati alla sicurezza nazionale.
Questi elementi sono stati inclusi nel fascicolo a disposizione del Riesame, ma i nomi dei soggetti coinvolti sono stati omessi per tutelarne la privacy e la sicurezza. L’affermazione di Gallo, insieme alle sue preoccupazioni riguardo alla richiesta di accessi, accresce il dramma della situazione, trasformando un’indagine di polizia in un intrigante scenario di alleanze e relazioni influenti.
Attualmente, la situazione legale di Enrico Pazzali resta incerta. Le autorità giudiziarie hanno chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari, ma questa richiesta è stata rigettata dal gip, che ha sollevato dubbi sulla sufficienza delle prove presentate. La vicenda è al centro dell’attenzione pubblica anche per la serietà delle accuse, che se confermate, potrebbero avere ripercussioni considerevoli non solo per Pazzali, ma anche per le istituzioni coinvolte.
L’inchiesta continua a svilupparsi sotto l’attenta supervisione dei pubblici ministeri Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, i quali stanno coordinando le indagini sulle presunte cyber-spie. La questione ha guadagnato terreno nei media, diventando un argomento di discussione accessibile a tutti, con varie sfaccettature e colpi di scena in attesa di essere svelate. Questo scenario alimenta il dibattito sul confine tra sicurezza e abuso di potere, facendo emergere la necessità di un controllo più stretto su figure pubbliche e i loro legami con la criminalità informatica.