A dragona il parroco chiude l’oratorio per combattere la violenza giovanile

Un clima di crescente violenza e vandalismo ha spinto il parroco di Santa Maria Regina dei Martiri, situata a Dragona, nella periferia sud di Roma, a prendere una decisione radicale. Dopo una serie di atti di bullismo, insulti e persino un’aggressione razzista nei confronti di un viceparroco di origine africana, il sacerdote ha deciso di limitare l’accesso all’oratorio ai soli giovani accompagnati dai genitori. Questo avvenimento solleva interrogativi riguardo la sicurezza e il rispetto in un ambiente che dovrebbe essere accogliente per tutti.

Un ambiente in crisi: episodi di violenza e vandalismo

Negli ultimi mesi, il campetto della parrocchia ha visto un incremento di comportamenti inaccettabili da parte di alcuni giovani. Atti vandalici e bestemmie sono diventati eventi quotidiani, creando un clima di paura per chi frequenta l’oratorio. Il parroco ha descritto il deterioramento della situazione come qualcosa di intollerabile. “Non posso tollerare che i nostri ragazzi siano esposti a comportamenti così aggressivi e irrispettosi,” ha affermato, esprimendo la sua preoccupazione per il futuro dei giovani.

Uno degli episodi più gravi è stato l’aggressione al viceparroco, che ha messo in luce il razzismo presente anche in contesti che dovrebbero essere di inclusione e accoglienza. L’atto ha colpito profondamente la comunità, costringendo il parroco a ripensare le modalità di accesso all’oratorio. Il desiderio è quello di limitare l’entrata a chi dimostra di voler vivere l’esperienza di crescita e condivisione in un modo rispettoso e positivo.

La nuova misura di sicurezza: accesso a numero chiuso

A fronte della situazione critica, la parrocchia ha deciso di adottare una misura di contenimento: l’accesso all’oratorio sarà “a numero chiuso”. Questo significa che ogni minorenne dovrà fornire nome, cognome e contatto telefonico di un genitore per poter entrare. L’intento è non solo quello di tenere traccia dei giovani, ma anche di rendere i genitori più consapevoli di cosa i loro figli stiano vivendo all’interno dell’oratorio.

Il parroco spera che questa restrizione possa ridurre le aggressioni e il comportamento violento, creando un ambiente più sereno per tutti. Sarà fondamentale che i genitori collaborino e si facciano coinvolgere nella vita parrocchiale, affinché l’oratorio possa tornare a essere un luogo sicuro per i ragazzi. L’auspicio è che questo approccio possa riportare un clima di rispetto e civiltà tra i giovani che frequentano la parrocchia.

La reazione della comunità: il desiderio di cambiamento

La decisione del parroco ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della comunità. Molti genitori lodano l’iniziativa, esprimendo la loro preoccupazione per la sicurezza dei propri figli e per il benessere del quartiere. In un contesto dove la violenza spesso prevale, queste nuove regole potrebbero rappresentare un passo necessario verso il recupero di un ambiente sano, dove tutti possano crescere in armonia.

D’altro canto, alcuni giovani potrebbero vedere questa misura come una forma di esclusione. È essenziale che le autorità parrocchiali aprano un canale di dialogo con i ragazzi. Da una parte, è necessaria la disciplina; dall’altra, è fondamentale ascoltare e comprendere le esigenze e le frustrazioni di chi vive quotidianamente nel contesto dell’oratorio.

La speranza è che questo cambiamento possa fungere da esempio, incoraggiando altre parrocchie e comunità a prendere misure analoghe contro l’intolleranza e la violenza, promuovendo valori di rispetto e umanità. Il futuro dell’oratorio di Santa Maria Regina dei Martiri passerà per una gestione attenta e responsabile, mirando a educare i giovani al dialogo e alla comprensione reciproca.

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