Il cambiamento delle politiche aziendali: Google e Accenture seguono gli ordini di Trump contro l’inclusione

Google e Accenture abbandonano le politiche di diversità, equità e inclusione, adeguandosi alle nuove normative americane, con ripercussioni globali sulle pratiche aziendali e di assunzione.

L’azienda di Mountain View ha recentemente comunicato la cessazione del programma dedicato a diversità, equità e inclusione (DEI), specificando che, in quanto appaltatore federale, è necessario rispettare le normative vigenti. Anche Accenture ha annunciato un cambiamento nella propria strategia, escludendo le politiche DEI dalle proprie pratiche aziendali a livello globale, non limitandosi solo agli Stati Uniti.

Il dibattito sulla diversità e l’equità

Il dibattito attorno ai temi di diversità, equità e inclusione ha assunto una rilevanza crescente negli Stati Uniti, specialmente dopo l’emanazione di un ordine esecutivo da parte dell’ex presidente Donald Trump. Questo atto normativo ha dichiarato la fine della discriminazione legata a DEI all’interno della forza lavoro federale e nelle pratiche di appalto. Le ripercussioni di questa decisione sono state evidenti nel settore tecnologico, dove diverse aziende hanno iniziato ad adeguarsi ancor prima della formalizzazione dell’ordine. Un esempio è Meta, che ha annunciato la dismissione delle politiche di inclusione già il 12 gennaio. Al contrario, altre aziende, come Apple, hanno dichiarato di non voler abolire i loro programmi DEI.

Il cambiamento di Google sulla diversità

Un cambiamento significativo arriva da Google, che in passato aveva sostenuto attivamente la diversità. Recentemente, la compagnia ha comunicato la decisione di abbandonare gli “obiettivi ambiziosi” di equità. Questo è stato confermato da Fiona Cicconi, chief people officer di Alphabet, attraverso una comunicazione interna. Nel 2020, Google aveva fissato traguardi per aumentare la rappresentanza di gruppi sottorappresentati, ma ora ha deciso di non perseguire più tali obiettivi. Nonostante ciò, Google si impegna a mantenere un ambiente di lavoro inclusivo e giusto, ma le recenti decisioni americane influenzeranno anche le politiche globali dell’azienda.

Il dietrofront di Google sulla pluralità

Fiona Cicconi ha spiegato che, essendo un appaltatore federale, Google sta rivedendo i propri programmi per allinearsi alle nuove disposizioni legali. L’azienda aveva intrapreso un percorso di assunzione mirato a migliorare la rappresentanza, ma ora ha dichiarato che non avrà più obiettivi ambiziosi. Questi traguardi, fissati dal CEO Sundar Pichai, miravano a incrementare la presenza di leader provenienti da gruppi sottorappresentati entro il 2025. Nonostante l’abbandono di tali obiettivi, Google ribadisce l’importanza di un ambiente di lavoro equo e inclusivo.

Accenture e il cambio di strategia sull’inclusione

In una comunicazione inviata ai dipendenti, Julie Sweet, CEO di Accenture, ha illustrato il cambiamento nella strategia aziendale. Secondo Sweet, l’azienda sta rivedendo le proprie politiche a livello globale, non limitandosi agli Stati Uniti. Anche se le modifiche saranno conformi alle leggi locali, la decisione di abbandonare i programmi di diversità, equità e inclusione avrà ripercussioni in tutto il mondo. Un esperto di head hunting ha commentato che le politiche americane hanno storicamente influenzato le pratiche aziendali globali, e aziende come Amazon e Coca-Cola sono considerate modelli di riferimento per le migliori pratiche in ambito di assunzioni.

La decisione di Accenture di abbandonare le politiche DEI potrebbe avere un impatto significativo sulle pratiche di assunzione in vari paesi. La questione della meritocrazia potrebbe portare a una maggiore discriminazione, non solo di genere, ma anche etnica e religiosa. Le preoccupazioni riguardanti la rappresentanza di gruppi vulnerabili, come le persone affette da autismo, sono sempre più rilevanti in questo contesto.

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