Appello di Forza Italia: ridurre il sovraffollamento carcerario in memoria di Papa Francesco

Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia al Senato, chiede al governo italiano interventi concreti per affrontare il sovraffollamento carcerario, ispirandosi agli insegnamenti di Papa Francesco.
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Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha lanciato un appello al governo italiano per affrontare la questione del sovraffollamento carcerario. In occasione del funerale di Papa Francesco, avvenuto sabato scorso in piazza San Pietro, Zanettin ha invitato i suoi colleghi a tradurre le emozioni espresse durante la cerimonia in azioni concrete. Secondo il senatore, è fondamentale seguire gli insegnamenti del Pontefice e intervenire per migliorare le condizioni delle carceri italiane.

L’appello alla coerenza

Zanettin si è rivolto ai membri della maggioranza e del governo chiedendo coerenza tra le parole pronunciate durante il funerale e le azioni politiche da intraprendere. “È ora di intervenire per svuotare le carceri,” ha affermato. Il senatore ha ricordato come Papa Francesco abbia sempre denunciato la situazione critica delle strutture penitenziarie italiane, sottolineando che l’ultimo allarme era stato lanciato solo tre giorni prima della sua morte. Durante una visita al carcere di Regina Coeli, Bergoglio aveva chiesto un atto di clemenza per i detenuti.

Zanettin sostiene che un intervento legislativo volto a ridurre il numero dei detenuti sarebbe un modo significativo per onorare la memoria del Pontefice. La proposta non è nuova; già nel passato ci sono stati tentativi simili da parte della politica italiana in risposta a eventi significativi legati alla Chiesa.

La costante attenzione del Papa verso le carceri

Durante il suo pontificato durato 12 anni, Papa Francesco ha dedicato particolare attenzione alle condizioni delle carceri italiane. Le sue visite regolari agli istituti penitenziari hanno avuto lo scopo non solo di portare conforto ai detenuti ma anche di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica su una realtà spesso trascurata.

Recentemente, Bergoglio aveva aperto l’ultima porta santa del Giubileo nel carcere romano di Rebibbia come gesto simbolico per evidenziare la condizione dei detenuti italiani. I dati parlano chiaro: nel 2024 si è registrata una cifra record con 88 suicidi nelle celle italiane e già dall’inizio dell’anno corrente oltre 25 persone si sono tolte la vita in carcere.

Le condizioni degradate degli istituti penitenziari contribuiscono a creare un ambiente insostenibile sia dal punto psicologico che fisico per i detenuti. L’appello fatto dal Pontefice nella bolla “Spes non confundit” includeva richieste specifiche come quella riguardante un “condono delle pene”, suggerendo misure simili ad amnistie o indulti.

Riflessioni sul passato recente

L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini ha espresso opinioni analoghe attraverso colonne giornalistiche recenti, sollecitando direttamente Giorgia Meloni ad attuare misure che possano alleviare il sovraffollamento nelle prigioni italiane. Casini sottolinea che questo tipo d’intervento non sarebbe senza precedenti; infatti anche dopo la morte di Giovanni Paolo II nel 2005 vi furono provvedimenti volti a ridurre temporaneamente il numero dei detenuti.

Zanettin ricorda inoltre eventi storici risalenti al Giubileo del 1950 quando fu emesso un atto clemenziale su richiesta dell’allora Papa Pio XII. Questi esempi storici potrebbero servire da ispirazione alla maggioranza attuale affinché prenda decisioni concrete sulla questione carceraria.

In passato Forza Italia aveva cercato supporto tra i partiti alleati come Fratelli d’Italia e Lega per approvare provvedimenti volti a concedere sconti pena o liberazioni anticipate ai detenuti con pene residue brevi ma senza successo significativo fino ad ora.

La speranza espressa da Zanettin è quella che questa volta possa esserci maggiore sensibilità rispetto alla situazione attuale delle carceri italiane dopo la scomparsa del Santo Padre.

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