Incidente mortale a Quinto di Treviso: processo per omicidio stradale

Un incidente mortale sulla Regionale 515 Noalese ha causato la morte del camionista Livio Babetto, con un processo in corso per omicidio stradale contro una giovane conducente coinvolta.
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Il 17 dicembre 2022, un tragico incidente lungo la Regionale 515 Noalese ha portato alla morte di Livio Babetto, un camionista di 44 anni originario di Noale, in provincia di Venezia. L’incidente ha coinvolto due veicoli e ha avuto come risultato l’apertura del processo contro una giovane conducente accusata di omicidio stradale. La vicenda è stata ricostruita nei dettagli dalle indagini coordinate dalla Procura.

La dinamica dell’incidente

L’incidente si è verificato intorno alle tre del mattino. Secondo le informazioni raccolte, Babetto stava recandosi a prendere il suo camion dopo aver fatto rifornimento presso il distributore Vega. A pochi metri dal distributore, la sua Opel Meriva è stata violentemente tamponata da una Nissan Qashqai guidata da G.B., un uomo di 31 anni che viaggiava a oltre 100 km/h in una zona con limite fissato a 70 km/h. L’impatto ha scaraventato l’auto del camionista fuori strada e, dopo aver percorso alcuni metri nel fossato laterale, la Meriva è tornata sulla carreggiata ma con il muso rivolto contromano.

Nonostante le gravi lesioni subite nell’impatto iniziale, Babetto riuscì ad uscire dall’abitacolo della sua auto danneggiata. Tuttavia, poco dopo essere sceso dalla vettura e senza avere il tempo neppure per segnalare la situazione con un triangolo d’emergenza, fu travolto da una Renault Clio guidata da E.R., ventisettenne residente a Badoere di Morgano. Quest’ultima non si sarebbe accorta della presenza dell’auto ferma e colpì frontalmente la Meriva, causando ulteriori danni fatali al camionista.

Le responsabilità legali

Il processo aperto il 29 aprile vede E.R. accusata dell’omicidio stradale per negligenza nella guida che ha portato alla morte del camionista. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel procedimento legale assistiti dall’avvocato Andrea Piccoli e dallo Studio 3A. Hanno anche avviato una causa civile contro le assicurazioni delle due auto coinvolte nell’incidente per ottenere risarcimenti significativi.

G.B., responsabile del primo tamponamento e fuggito dal luogo dell’incidente senza prestare soccorso, aveva già patteggiato una pena detentiva ridotta a un anno e quattro mesi per i reati commessi, tra cui guida in stato d’ebbrezza ed omissione di soccorso.

Indagini e testimonianze

Le indagini condotte dalla Polizia Stradale hanno utilizzato filmati delle telecamere presenti nella zona per ricostruire gli eventi accaduti quella notte fatidica. Dopo aver abbandonato l’auto incidentata, G.B., secondo quanto emerso dalle testimonianze raccolte dagli agenti, avrebbe raggiunto rapidamente l’abitazione della madre dove fu sottoposto ad alcoltest, risultando positivo con un tasso alcolemico superiore al limite consentito.

E.R., invece, deve affrontare accuse più gravi legate all’investimento mortale avvenuto pochi istanti dopo quello iniziale causato da G.B.. Le autorità stanno esaminando se ci siano state violazioni specifiche delle norme sulla circolazione stradale che possano giustificare le accuse mosse nei suoi confronti.

La tragedia rappresenta non solo una perdita devastante per i familiari ma anche uno spunto cruciale sulle problematiche relative alla sicurezza stradale nelle ore notturne su tratti privi di adeguate illuminazioni pubbliche o segnaletiche chiare.

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