Corruzione all’Agenzia delle Entrate: chiesto il processo per 24 funzionari e commercialisti

Un’inchiesta sulla corruzione coinvolge 24 funzionari dell’Agenzia delle Entrate e commercialisti, accusati di tangenti per favorire pratiche fiscali. Tre ex funzionari hanno già patteggiato pene.
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Un’inchiesta sulla corruzione ha portato alla richiesta di processo per 24 funzionari dell’Agenzia delle Entrate e commercialisti. Le accuse riguardano mazzette ricevute in cambio di favori legati alla gestione delle pratiche fiscali. Tre ex funzionari hanno già patteggiato la pena, mentre gli altri sono ancora sotto indagine.

I dettagli dell’inchiesta

L’indagine ha rivelato un sistema corruttivo che si è sviluppato tra il 2022 e il 2023, coinvolgendo diversi dipendenti dell’Agenzia delle Entrate. Secondo le ricostruzioni, i funzionari avrebbero richiesto tangenti variabili tra i 50 e i mille euro per risolvere o far sparire pendenze fiscali. Tre ex dipendenti hanno già concordato pene attraverso il patteggiamento: Riccardo Cameo, con una condanna a quattro anni; Consuelo Giacchetti a due anni; Gianfranco Brandi a un anno e dieci mesi.

Oltre ai tre funzionari che hanno accettato di scontare la pena, ci sono anche cinque commercialisti coinvolti nel procedimento che hanno optato per lo stesso percorso legale. La Procura ha ora chiesto al giudice di decidere se rinviare a giudizio gli altri ventiquattro imputati rimasti nel caso.

Clienti vip coinvolti nella corruzione

Tra le persone avvantaggiate da questo sistema ci sono anche nomi noti del panorama italiano, inclusa la principessa Ottavia Meoli Caracciolo di San Vito d’Aquara. Il suo commercialista Gianfranco Milessi ha scoperto una mancanza nei pagamenti relativi a un ravvedimento fiscale da quattordicimila euro e si è rivolto a Cameo per sistemare la situazione in cambio di una bustarella non specificata.

Anche l’Olgiata Golf Club è stato menzionato nell’inchiesta: il suo commercialista Francesco Forte avrebbe cercato uno sgravio su una cartella esattoriale da ventiduemila euro offrendo mille euro ai funzionari Cameo e Crescenzi. Tuttavia, nonostante il pagamento della tangente, l’operazione non si è conclusa come previsto.

Accuse contro altri professionisti

Il caso ha visto emergere ulteriori figure professionali implicate nella rete corruttiva. Un esempio è Giorgio Perinetti, ex direttore sportivo della Roma e del Napoli; pur essendo estraneo all’inchiesta principale, risulta comunque oggetto di attenzioni da parte dei funzionari indagati. Carmine Di Marzio Zavaglia ha contattato Cameo chiedendo accesso al database fiscale per ottenere informazioni sui redditi del ds Perinetti senza alcun compenso monetario scambiato.

Cameo è accusato solo di accesso abusivo al sistema informatico in questa circostanza specifica; lo stesso reato viene contestato anche a Di Marzio Zavaglia.

L’inchiesta continua ad evolversi con nuovi sviluppi attesi nelle prossime settimane mentre le autorità cercano di fare chiarezza su un caso che mette in luce problematiche significative all’interno della pubblica amministrazione italiana.

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