La stagione invernale 2025 della Polis Cultura si avvia verso la conclusione con un evento di grande richiamo. Mercoledì 30 aprile, il Teatro Cilea di Reggio Calabria ospiterà l’attore e musicista Neri Marcorè, protagonista dello spettacolo “La Buona Novella”. Questo appuntamento segna la fine di un percorso artistico iniziato a gennaio, caratterizzato da una varietà di eventi che hanno coinvolto il pubblico reggino.
Un cartellone ricco e variegato
Nel corso della stagione invernale, la Polis Cultura ha presentato un ampio cartellone che ha spaziato dalla prosa ai musical, dalla comicità ai concerti. Tra i momenti salienti si è distinta anche una produzione lirica: l’opera “Aida” di Giuseppe Verdi, celebrando i quarant’anni del Catonateatro. Questo mix di generi ha reso ogni appuntamento unico e coinvolgente per gli spettatori.
L’evento finale promette di essere particolarmente significativo grazie alla presenza di Neri Marcorè. L’artista è noto per il suo approccio versatile e creativo alla musica e al teatro. Con “La Buona Novella”, Marcorè riporta sul palco uno dei lavori più iconici del cantautore Fabrizio De André, reinterpretando le canzoni attraverso una narrazione che attinge dai Vangeli apocrifi.
La Buona Novella: un’opera teatrale innovativa
“La Buona Novella” non è solo un concerto; rappresenta una vera e propria sacra rappresentazione contemporanea. Lo spettacolo intreccia le canzoni originali con brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi come il protovangelo di Giacomo o lo Pseudo-Matteo. Questa struttura consente agli spettatori di immergersi in una narrazione profonda ed evocativa.
Marcorè interpreta diversi personaggi chiave come Maria, Giuseppe e Tito il ladrone all’interno dell’opera teatrale concepita quasi come un’opera da camera. I brani parlati accompagnano le melodie cantate creando così una partitura coerente che riflette l’intento originale dell’autore nel disco del 1970.
L’approccio drammaturgico scelto per questa versione teatrale arricchisce ulteriormente l’esperienza visiva ed emotiva dello spettatore. Attraverso questo lavoro si evidenzia non solo la bellezza delle canzoni ma anche la loro origine mitica e letteraria.
Un messaggio attuale attraverso l’arte
Fabrizio De André affermava che “compito dell’artista è commentare gli avvenimenti del suo tempo usando gli strumenti dell’arte.” Questa frase riassume perfettamente l’intento dietro “La Buona Novella”. L’opera affronta temi complessi legati alla spiritualità umana senza mai perdere rispetto nei confronti delle tradizioni religiose.
Nelle sue interpretazioni dei personaggi biblici, De André cerca sempre quella dimensione umana capace di far emergere emozioni autentiche dal racconto sacro. La sua opera invita a riflettere su questioni esistenziali profonde mentre esplora relazioni familiari complesse tra divinità ed umanità.
Il lavoro drammaturgico aggiunto da Marcorè offre uno sguardo nuovo sull’infanzia del Cristo, rivelando aspetti meno noti della sua vita giovanile ma carichi d’intensità emotiva. Il racconto sintetizza tre decenni della vita divina in modo originale; Gesù viene descritto non solo come figura sacra ma anche come bambino impulsivo dotato dei suoi poteri speciali.
Verso nuove prospettive artistiche
Concludendo questa stagione artistica al Teatro Cilea con “La Buona Novella”, la Polis Cultura dimostra ancora una volta il proprio impegno nel proporre eventi culturali significativi per la comunità reggina. Mentre ci si prepara ad annunciare ufficialmente il programma per i quarant’anni del Catonateatro — anticipato dal concerto previsto per agosto con Simone Cristicchi — rimane alta l’aspettativa su quali altre sorprese riserveranno le future stagioni artistiche nella città calabrese.
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