Nel cuore di Milano, in via Ciro Menotti, si trova il Teatro Menotti, un luogo che ha visto trasformazioni significative dalla sua inaugurazione nel 1933. Originariamente concepito come sala cinematografica, il teatro ha attraversato diverse fasi storiche e culturali fino a diventare uno spazio dedicato alle rappresentazioni teatrali contemporanee. Questo articolo esplora la storia del Teatro Menotti e il suo impatto sulla scena culturale milanese.
Le origini dell’X Cine
I lavori per la costruzione della sala cinematografica iniziarono nel dicembre 1932 sotto la direzione dell’ingegnere Fausto De Dominicis. Il capomastro Giovanni Paglialunga supervisionò l’opera che si concluse rapidamente con l’inaugurazione dell’X Cine il 22 novembre 1933. L’evento di gala attirò autorità locali e personalità del mondo del cinema, segnando l’apertura di un nuovo capitolo nella vita culturale della città.
Situata in un palazzo residenziale risalente all’inizio del Novecento, la sala era stata edificata su una pista di pattinaggio a rotelle preesistente. Con una capienza tra i 750 e gli 800 posti, l’X Cine era dotato di poltrone comode e impianti moderni per l’epoca: proiezione Vittorio III di Cinemeccanica e altoparlanti Berta per garantire una buona qualità sonora. Tuttavia, nei primi mesi d’attività emersero problemi acustici significativi che portarono alla necessità di interventi correttivi già entro fine dicembre dello stesso anno.
Nonostante le difficoltà iniziali legate all’acustica, il nome X Cine divenne definitivo anziché temporaneo come inizialmente previsto. La posizione periferica lo collocava tra le sale dedicate alla seconda visione; tuttavia i manifesti pubblicitari enfatizzavano la modernità ed eleganza degli ambienti per attrarre spettatori.
Dalla guerra alla ricostruzione
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo che ospitava l’X Cine subì danni considerevoli a causa dei bombardamenti. Negli anni Cinquanta iniziò un lungo processo di ricostruzione che si concluse solo negli anni Sessanta con nuove strutture residenziali erette attorno al sito originale. Nonostante i cambiamenti architettonici apportati al complesso edilizio rinnovato, venne mantenuta intatta anche la sala cinematografica con lo stesso nome.
Nel corso degli anni successivi all’inaugurazione delle nuove strutture abitative avvenne una transizione significativa nell’offerta culturale della location: nel 1978 l’X Cine chiuse definitivamente come cinema per trasformarsi nel Cineteatro Milanese dedicandosi principalmente alle produzioni teatrali.
L’evoluzione verso il teatro contemporaneo
A partire dal 1979 nacque qui il Teatro dell’Elfo che rimase attivo fino al marzo del 2010 quando decise di trasferirsi nella nuova sede Elfo Puccini in corso Buenos Aires. Da quel momento in poi lo spazio è stato rinominato Teatro Menotti ed è gestito dalla Cooperativa Compagnia Stabile del Teatro Filodrammatici fondata nel 1969 da ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici.
Dal settembre dello stesso anno le produzioni teatrali hanno trovato casa nella storica sala milanese continuando ad essere distribuite nei maggiori teatri nazionali ed internazionali partecipando a festival prestigiosi sia italiani sia esteri come Spoleto o Lincoln Festival negli Stati Uniti.
La gestione attuale ha affrontato sfide importanti legate alla sostenibilità economica dello spazio teatrale; nonostante ciò è riuscita ad attrarre fondazioni private disposte ad investire nella cultura locale contribuendo così alla salvaguardia della tradizione teatrale milanese attraverso campagne mirate anche grazie al supporto significativo da parte dei cittadini stessi.
Il futuro del Teatro Menotti
Oggi il Teatro Menotti continua a rappresentare un punto fermo nella vita culturale milanese grazie agli sforzi della compagnia Tieffe Teatro che gestisce lo spazio dal suo riadattamento nel nuovo contesto storico-culturale cittadino dopo anni difficili post-trasferimento dell’Elfo Puccini.
Il sostegno ricevuto da mecenati locali ha permesso non solo la sopravvivenza ma anche una crescita artistica continua rendendo questo luogo non solo uno spazio fisico ma simbolo vivo delle potenzialità artistiche presenti sul territorio milanese.
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