Un recente studio condotto da scienziati dell’Università di Pittsburgh ha rivelato l’esistenza di batteri capaci di eliminare altri germi, diventando così ceppi dominanti. Questi super batteri, in particolare l’Enterococcus faecium resistente alla vancomicina, rappresentano una minaccia crescente per i pazienti immunocompromessi e pongono sfide significative nel trattamento delle infezioni.
La scoperta dei super batteri
I ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da ospedali locali per identificare un fenomeno globale che potrebbe influenzare le future terapie contro i batteri più letali. L’Enterococcus faecium è stato al centro della loro attenzione poiché è noto per la sua resistenza alla vancomicina, un antibiotico comunemente usato. Questo superbatterio ha dimostrato di avere tassi di mortalità elevati, uccidendo circa il 40% delle persone infette. È particolarmente insidioso nei pazienti ricoverati che ricevono frequentemente antibiotici, poiché questi farmaci riducono la diversità dei microbi nel corpo e favoriscono la proliferazione dei ceppi più resistenti.
Lo studio ha analizzato le sequenze genomiche di 710 campioni infetti raccolti nell’arco di sei anni. I risultati hanno mostrato una diminuzione del numero totale di ceppi identificabili: nel 2017 erano stati trovati otto diversi ceppi distribuiti uniformemente; tuttavia, già nel 2018 due ceppi avevano preso il sopravvento e entro la fine del 2022 quattro campioni su cinque appartenevano a questi due gruppi dominanti.
Il meccanismo della dominanza
La ricerca ha rivelato che i ceppi predominanti sono in grado di produrre una sostanza chiamata batteriocina, un antimicrobico naturale utilizzato dai batteri per competere tra loro. Questa capacità consente ai super batteri non solo di eliminare gli altri ma anche di accedere a nutrienti vitali senza concorrenza diretta. Con l’analisi dei dati provenienti dagli ospedali statunitensi come punto d’inizio, gli scienziati hanno esteso lo studio a livello globale raccogliendo informazioni sugli ultimi vent’anni.
Nonostante l’aumento della resistenza agli antibiotici tra questi germi patogeni non abbia portato a un incremento significativo delle infezioni rispetto al passato, il calo del numero totale dei ceppi potrebbe facilitare lo sviluppo strategico delle terapie mirate contro queste infezioni difficili da trattare.
Prospettive future nella lotta ai superbatteri
L’obiettivo principale degli studiosi è ora quello di sviluppare nuove terapie in grado non solo d’identificare ma anche combattere efficacemente questo tipo specifico d’infezione causata dall’Enterococcus faecium resistente alla vancomicina. La riduzione della varietà genetica offre spunti interessanti: se si riesce a comprendere meglio come funzionano questi pochi tipi prevalenti si potrebbero trovare soluzioni terapeutiche più efficaci.
Inoltre, alcuni ricercatori stanno esplorando l’utilizzo delle bacteriocine stesse come strumenti terapeutici contro le infezioni causate dai super batteri. Questa strategia innovativa potrebbe aprire nuove strade nella battaglia contro i patogeni resistenti agli antibiotici e contribuire significativamente alla salute pubblica globale negli anni futuri.
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