Papa Francesco e il rifiuto dell’accanimento terapeutico: la testimonianza del medico Sergio Alfieri

Papa Francesco ribadisce la sua opposizione all’accanimento terapeutico, preferendo evitare trattamenti invasivi e intubazione, in un rapporto di fiducia crescente con il suo team medico durante il ricovero.
Papa Francesco e il rifiuto dell'accanimento terapeutico: la testimonianza del medico Sergio Alfieri - Socialmedialife.it

Papa Francesco ha chiarito le sue intenzioni riguardo alle cure mediche, esprimendo una netta preferenza contro l’accanimento terapeutico. Questa decisione è stata condivisa con i suoi medici di fiducia e ha guidato le scelte cliniche durante il suo recente ricovero. Sergio Alfieri, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche del Policlinico Gemelli, ha raccontato questi momenti in un’intervista a Repubblica.

La volontà chiara di evitare terapie estreme

Sergio Alfieri ha sottolineato che Papa Francesco aveva già manifestato la sua posizione nel 2021, quando gli chiese esplicitamente di non procedere con trattamenti invasivi se fosse stato necessario. Durante l’ultimo ricovero, il pontefice ribadì questa richiesta specificando di non voler essere intubato in nessun caso. Secondo Alfieri, l’intubazione avrebbe potuto offrire un sollievo temporaneo alla respirazione ma avrebbe comportato rischi significativi per la sua salute generale.

Il medico evidenzia come questa scelta fosse coerente con la filosofia del papa riguardo alla vita e alla morte: prolungare artificialmente la vita senza possibilità di recupero non era un’opzione accettabile per lui. La decisione è stata presa in accordo con Massimiliano Strappetti, assistente sanitario personale del papa e figura molto vicina a lui.

Il rapporto tra Papa Francesco e i medici

Alfieri descrive il rapporto tra Papa Francesco e il suo team medico come complesso ma evolutivo nel tempo. Inizialmente, il pontefice mostrava una certa diffidenza nei confronti dei medici; tuttavia, negli ultimi mesi della sua vita si era avvicinato maggiormente al personale sanitario. Quando riceveva consigli dai dottori, spesso si rivolgeva a Strappetti per avere conferma prima di accettarli.

Questa dinamica rifletteva una profonda fiducia che si era sviluppata nel corso degli anni; tuttavia rimanevano momenti in cui Bergoglio tendeva a ignorare le indicazioni sanitarie ricevute. Ad esempio, dopo un intervento chirurgico gli era stata prescritta una dieta rigorosa ma lui spesso cedeva alle tentazioni culinarie notturne nella cucina della residenza Santa Marta.

Le richieste post-operatorie e l’impegno verso i collaboratori

Dopo le dimissioni dall’ospedale Gemelli più recenti, ai medici fu raccomandata una fase di riposo prolungato per il papa senza incontri ufficiali o eventi pubblici. Nonostante ciò, dopo solo tre settimane dalla dimissione Francesco richiese un incontro con tutto lo staff medico che lo aveva assistito durante la degenza: circa 70 persone tra dottori, infermieri e cuochi.

Quando Alfieri tentò di dissuaderlo da questo incontro prematuro per motivazioni sanitarie legate al recupero fisico del pontefice, Bergoglio rispose semplicemente ringraziandolo più volte fino a far capire al medico che non vi sarebbe stata alcuna discussione sulla questione.

La testimonianza offerta da Sergio Alfieri offre uno sguardo intimo sulla personalità del papa negli ultimi giorni della sua vita: determinato nelle sue scelte riguardanti la salute ma anche affettuoso nei confronti delle persone che lo circondavano quotidianamente.

Articolo di