Le Big Tech americane sotto pressione: i problemi di Google, Meta, Uber e Apple nell’era Trump

Le aziende tecnologiche statunitensi, tra cui Google, Meta e Apple, affrontano crescenti sfide normative e finanziarie sotto l’amministrazione Trump, con indagini antitrust e pressioni economiche in aumento.
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Negli Stati Uniti, le principali aziende tecnologiche stanno affrontando un periodo di grande incertezza e difficoltà. Con l’arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, i colossi come Google, Meta e Apple si trovano a dover fronteggiare non solo la concorrenza interna ma anche una crescente pressione normativa. Nonostante gli sforzi dei miliardari della Silicon Valley per ottenere favori dal nuovo presidente, le loro aspettative sembrano essere state deluse.

La presenza dei miliardari alla cerimonia di insediamento

Alla cerimonia di insediamento di Donald Trump nel gennaio 2025 hanno partecipato numerosi imprenditori con un patrimonio complessivo che supera i 1.200 miliardi di dollari. Questi magnati hanno cercato di avvicinarsi al nuovo presidente nella speranza che la sua amministrazione potesse offrire un ambiente favorevole agli affari. Tuttavia, il clima economico per le aziende tech non è migliorato come speravano; anzi, sembra essersi aperta una vera e propria “lotta generazionale” tra il vecchio modo d’intendere il business rappresentato da Trump e l’approccio più innovativo delle nuove tecnologie.

Le politiche economiche del presidente stanno influenzando negativamente le strategie delle Big Tech statunitensi. I dazi commerciali e altre misure protezionistiche minacciano la libertà operativa delle aziende tech che si sono abituate a un mercato globale più aperto.

Tesla in crisi: l’impatto della nuova amministrazione

Uno degli esempi più evidenti dell’instabilità attuale è rappresentato dalla situazione finanziaria di Tesla. Nel primo trimestre del 2025, il valore azionario dell’azienda è crollato del 40%, mentre gli utili netti sono diminuiti drasticamente del 71%, scendendo a soli 409 milioni di dollari. Questo calo è stato attribuito alle conseguenze della nuova vita pubblica del CEO Elon Musk dopo la sua nomina a consigliere presso la Casa Bianca.

La crisi finanziaria non riguarda solo Tesla; molte altre grandi aziende tecnologiche stanno vivendo momenti difficili sotto l’amministrazione Trump. Il Dipartimento della Giustizia e la Federal Trade Commission hanno intensificato le indagini su queste società per presunti comportamenti anticoncorrenziali.

Andrew Ferguson alla guida della FTC: nuovi rischi per le Big Tech

Con Andrew Ferguson ora alla guida della FTC al posto dell’ex direttrice Lina Khan – nota per aver denunciato lo strapotere aziendale – molti imprenditori pensavano che i tempi duri fossero finiti con l’arrivo dell’amministrazione repubblicana. Tuttavia, Ferguson ha dimostrato fin da subito un approccio aggressivo nei confronti delle pratiche commerciali delle Big Tech.

Ferguson ha già avviato indagini su Uber riguardo alle sue modalità operative relative agli abbonamenti indesiderati ritenuti ingannevoli dagli utenti americani. L’azienda ha risposto definendo queste accuse affrettate ma dovrà affrontare prove concrete nel dibattimento legale imminente.

Google sotto accusa: accuse monopolistiche in aumento

Tra tutte le aziende coinvolte nelle indagini antitrust spicca Google, accusata da un giudice federale in Virginia di aver creato illegalmente una posizione monopolistica nel settore pubblicitario online. Questa accusa segue altre sentenze simili emesse negli ultimi mesi contro diversi aspetti operativi dell’azienda californiana.

Il Dipartimento della Giustizia sta esaminando attentamente anche altri settori chiave legati all’attività commerciale globale dell’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin; ciò potrebbe portare a significative modifiche nella struttura aziendale se venisse confermata l’illegalità delle pratiche attuali.

Inoltre si parla sempre più concretamente dello spezzatino come possibile soluzione per ripristinare una sana concorrenza nel mercato digitale americano; questo scenario prevede addirittura vendite parziali o totali dei vari settori operativi ad altri player interessati al mercato tech statunitense.

Apple tra sfide interne ed esterne

Apple sta vivendo anch’essa momenti complicati sotto questa nuova amministrazione presidenziale americana; infatti riceve annualmente circa 20 miliardi da Google per avere il motore di ricerca predefinito sui suoi dispositivi mobili ma ora teme ripercussioni dirette dalle politiche trumpiane riguardo ai prodotti made in USA.

Tim Cook aveva tentato invano d’intavolare trattative con la Casa Bianca promettendo investimenti massicci negli Stati Uniti accompagnati dalla creazione migliaia posti lavoro ma sembra che tali impegni non siano bastati a placare le richieste pressanti provenienti dall’amministrazione attuale.

Le tensioni tra Apple ed enti governativi potrebbero aumentare ulteriormente se dovessero emergere nuovi diktat volti ad incentivare produzioni esclusivamente nazionali senza considerazioni sulle implicazioni economiche globalizzate già consolidate dall’industria tecnologica moderna.

Meta alle prese con nuove sfide legali

Meta Platforms Inc., ex Facebook Inc., sta affrontando gravi problemi legali dopo essere stata citata dalla FTC lo scorso aprile con accuse relative all’abuso dominante sul mercato attraverso Instagram e WhatsApp. Kevin Systrom, co-fondatore d’Instagram, ha testimoniato contro Mark Zuckerberg sostenendo che quest’ultimo avrebbe ostacolato deliberatamente lo sviluppo autonomo dell’applicativo post-acquisizione.

Questa situazione mette ulteriormente pressione sulla compagnia mentre cerca d’adattarsi ai cambiamenti normativi imposti dal governo federale. Anche TikTok continua ad espandersi negli Stati Uniti grazie all’intervento strategico effettuato durante precedenti legislature, rendendo ancora più difficile mantenere posizioni consolidate sul mercato social media.

Meta deve quindi navigare attraverso acque tempestose sia sul piano giuridico sia competitivo se vuole preservare il proprio status quo nell’attuale panorama digitale americano sempre più incerto.

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