Una rapina avvenuta nel 2011 nella gioielleria Ottaviani, situata nel centro di Formia, ha portato oggi alla condanna di uno dei suoi autori. Marco Visconi, un uomo di 39 anni originario di Mugnano in provincia di Napoli, è stato giudicato colpevole e condannato a sei anni di reclusione. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Latina il 22 aprile 2025.
I fatti della rapina
La rapina si è verificata il 6 maggio del 2011 in pieno pomeriggio. Tre uomini armati entrarono nella gioielleria Ottaviani mentre all’interno si trovavano solo i due proprietari. Senza preamboli, uno dei banditi impugnò una pistola e minacciò i titolari dell’attività commerciale. I malviventi privarono immediatamente le vittime dei loro telefoni cellulari e costrinsero uno dei proprietari a entrare in un piccolo stanzino dove era custodita la cassaforte.
Sotto la minaccia delle armi, i rapinatori costrinsero il proprietario ad aprire la cassaforte, riuscendo così a rubare beni per un valore complessivo stimato intorno ai 200mila euro. L’azione criminosa si svolse rapidamente e con grande violenza psicologica nei confronti delle vittime che furono rinchiuse nello stanzino durante l’intera operazione.
L’arresto e il processo
Marco Visconi fu arrestato solo alcuni mesi dopo la rapina, precisamente nel febbraio del 2021. Gli agenti del commissariato della polizia locale intervennero dopo aver ricevuto informazioni su possibili collegamenti tra l’uomo e l’episodio criminoso. Durante le perquisizioni effettuate presso la sua abitazione furono trovati oggetti sottratti dalla gioielleria Ottaviani.
Il pubblico ministero Martina Taglione aveva richiesto una pena più severa rispetto ai sei anni inflitti dal Tribunale; infatti aveva chiesto otto anni per Visconi che ha potuto beneficiare della prescrizione su altre due accuse: sequestro di persona e possesso d’armi.
La difesa dell’imputato
Durante l’udienza odierna presso il secondo collegio del Tribunale presieduto dalla giudice Elena Nadile, gli avvocati difensori hanno sostenuto che Marco Visconi non fosse stato riconosciuto dalle vittime come uno degli autori della rapina. Questo aspetto potrebbe giocare un ruolo cruciale nell’eventuale ricorso in Corte d’Appello già previsto da parte della difesa dopo la lettura delle motivazioni della sentenza.
La questione solleva interrogativi sulla solidità delle prove presentate contro Visconi durante il processo e sull’efficacia dell’indagine condotta dalle forze dell’ordine all’epoca dei fatti. Nonostante ciò, oggi si chiude un capitolo lungo quattordici anni riguardante questo episodio criminale che ha scosso non solo i proprietari ma anche tutta la comunità locale.
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