La serie tv “Black Mirror”, creata da Charlie Brooker, è tornata con la sua settima stagione su Netflix, continuando a mettere in discussione le implicazioni etiche e sociali dell’era digitale. Dal suo debutto nel 2011, lo show ha saputo affrontare temi complessi legati alla tecnologia e alle relazioni umane. La nuova stagione mantiene il focus su narrazioni che riflettono il nostro presente, arricchendole con elementi di fantascienza.
I grandi temi della settima stagione di “Black Mirror”
Il primo episodio della settima stagione, intitolato “Gente Comune”, affronta un argomento inquietante: l’idea di trasformare la salute mentale in un abbonamento. Diretto da Ally Pankiw e scritto da Brooker stesso, questo episodio si distingue per la sua capacità di colpire profondamente lo spettatore. Al centro della trama ci sono una pubblicità invasiva e una nuova forma di economia basata sulla violenza che esemplificano l’ossessione del settore tech per i modelli commerciali ad abbonamento.
Un altro episodio significativo è “Hotel Reverie”, dove si esplorano i deep fake e l’intelligenza artificiale attraverso una narrazione più dolce rispetto agli standard tipici dello show. Qui viene messa in evidenza anche la vulnerabilità umana in un contesto tecnologico avanzato. In “Eulogy” si discute invece di mascolinità tossica e lutto; questo episodio offre uno sguardo più ottimista sulle potenzialità positive della tecnologia.
Infine, “Come un Giocattolo” riporta alla ribalta il mondo dei videogiochi dopo l’episodio interattivo “Bandersnatch”. Il gioco presentato nella puntata, chiamato Thronglets, è stato realmente sviluppato per Netflix Games ed è ispirato all’esperienza personale dello stesso Brooker come giornalista videoludico negli anni Novanta.
La comparsa dei sequel nella serie “Black Mirror”
Nella settima stagione emerge una novità interessante: alcuni episodi sembrano collegati tra loro attraverso riferimenti diretti a storie precedenti. Ad esempio, “Plaything” si svolge nella stessa linea temporale di “Bandersnatch”, riportando sullo schermo Colin Ritman , personaggio chiave del precedente capitolo. Inoltre, “USS Callister: Infinity” funge da continuazione dell’episodio originale “USS Callister”, approfondendo tematiche come personalità digitale e tossicità nei videogiochi.
Questa evoluzione narrativa solleva interrogativi importanti riguardo al futuro delle intelligenze artificiali nei mondi virtuali: cosa accadrà quando queste IA svilupperanno coscienza? Quale sarà il valore legale degli abusi subiti dalle IA? L’episodio non solo pone domande provocatorie ma riesce anche a inserire elementi comici apprezzabili dagli appassionati del genere videoludico.
Cosa non convince di “Black Mirror”
La regia degli episodi presenta notevoli variazioni stilistiche; tra gli episodi più riusciti spiccano sicuramente “Eulogy” e “Hotel Reverie”. Il primo utilizza fotografie trasformate in ambientazioni tridimensionali grazie all’intelligenza artificiale mentre il secondo mostra una cura maniacale nel replicare lo stile cinematografico degli anni Quaranta hollywoodiani grazie al lavoro del regista Haolu Wang.
Tuttavia non tutti gli episodi hanno avuto lo stesso impatto visivo o narrativo; ad esempio l’episodio meno convincente risulta essere “Bestia Nera”, che pur cercando di rappresentare visivamente la confusione emotiva causata dal gaslighting seriale non riesce a coinvolgere pienamente lo spettatore come altri capitoli fanno invece con successo. Al contrario, sia “Gente Comune” che “Plaything” utilizzano scelte estetiche efficaci per raccontare le loro storie rispettive senza cadere nel banale o nell’eccesso visivo.
Perché vedere “Black Mirror”
Questa settima stagione rappresenta uno dei punti più alti dell’era Netflix per quanto riguarda qualità narrativa ed effetti speciali mantenuti costanti lungo tutti gli episodi. Le tematiche trattate rimangono attuali sebbene possano apparire meno incisive rispetto ai classici precedenti dello show come “15 milioni di celebrità” o “Torna da me”. Nonostante ciò c’è ancora molto materiale fertile per future stagioni; i problemi etici legati alla tecnologia continuano ad essere rilevanti nella nostra società contemporanea.
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