Nel 2024, l’Inps ha registrato un incremento nel numero totale di pensioni rispetto al 2021, ma con una significativa variazione nella composizione tra pensioni previdenziali e assistenziali. Questo articolo esamina i dati più recenti dell’Osservatorio statistico sulle pensioni, evidenziando le tendenze e le spese associate.
Crescita delle pensioni: un quadro generale
Al primo gennaio 2021, l’Inps aveva erogato un totale di 17.799.649 pensioni. Di queste, la maggior parte era di natura previdenziale, rappresentando il 77,6% del totale; mentre le restanti erano assistenziali , corrispondenti al 22,4%. Nel corso del 2020, la spesa complessiva per le pensioni ammontava a circa 212,9 miliardi di euro: oltre il suo valore principale derivava dalle gestioni previdenziali , mentre quelle assistenziali pesavano per circa 22,9 miliardi.
Nel periodo successivo alla crisi pandemica da Covid-19 e fino al 2024 si è registrata una crescita netta di circa 186.500 nuove pensioni attive sul territorio nazionale; il numero complessivo è così salito a quota 17.986.149 nel nuovo anno considerato in analisi.
Tuttavia emerge che solo il 76% delle nuove liquidazioni sono state previdenziali , mentre quelle assistenziali hanno raggiunto quasi il 24% del totale . Questo cambiamento indica una diminuzione dei beneficiari di prestazioni legate ai contributi versati dai lavoratori attivi; si stima che ci siano stati circa 130mila lavoratori in meno aventi diritto a tali prestazioni rispetto ai dati pre-pandemia.
Spesa per le diverse tipologie di prestazione
La spesa complessiva annua ha subito un notevole aumento dal 212,9 miliardi del 2020, arrivando a toccare i 253,9 miliardi nel 2024; questo incremento è attribuibile principalmente alle crescenti esigenze legate alle prestazioni socialmente necessarie come quelle assistenziali e previdenziali.
Nello specifico, la spesa per le sole pensioni da previdenza sociale ha visto un aumento significativo passando da 190 miliardi a ben 226 miliardi, mentre quella destinata all’assistenza è aumentata da 22 a 27 miliardi nel medesimo arco temporale analizzato.
Un dato interessante riguarda la distribuzione delle fonti da cui provengono queste liquidazioni: se nel 2010 quasi metà delle stesse era sostenuta dalle gestioni dei dipendenti privati , oggi questa percentuale è salita addirittura al 61,7%. Le gestioni dei lavoratori autonomi continuano invece ad attestarsi intorno al 28%, confermando una media pro capite inferiore rispetto ai colleghi dipendenti privati.
Prestazioni assistenziali: focus sui beneficiari
Le prestazioni assistenzialistiche presentano caratteristiche peculiari che meritano attenzione particolare: attualmente rappresentano ben il 79,4% della totalità degli importi erogati sotto forma d’indennità o contributo economico diretto agli invalidi civili – dove gli uomini costituiscono solo il 42% dei beneficiari contro un predominante 58% femminile – mentre i rimanenti fondi sono distribuiti tra assegni socializzati o simili misure economiche destinate alla popolazione vulnerabile .
Un ulteriore aspetto rilevante riguarda gli importi mensili percepiti dai cittadini italiani attraverso questi strumenti economici: oltre metà della popolazione riceve somme inferiori ai €750 mensili; fra questi ultimi risulta che più di quattro milioni beneficiano anche d’indennità collegate all’esigenza sociale dovuta alla scarsità reddituale individuale o familiare.
Nuove liquidazioni nel contesto attuale
Il dato più recente indica che nel corso del 2024 sono state liquidate 1 milione e 434 mila nuove pensioni – cifra superiore rispetto agli anni precedenti – dove poco più della metà risultano essere ancora riconducibili alla sfera previdenziale . Se confrontiamo questo dato con quello relativo al 2010 notiamo come vi sia stata comunque una crescita significativa nonostante l’aumento costante della pressione fiscale su tale ambito pubblico ed istituzionale.
Gli stanziamenti annualizzati previsti per queste nuove forme d’assistenza ammontano ora a €15 milioni contro i €13 milioni dell’anno precedente pur mantenendo però invariato lo stesso peso percentuale sul bilancio generale dello Stato Italiano .
Questi numerosi fattori indicativi suggeriscono chiaramente come le riforme recentissime abbiano avuto effetti diretti sull’accessibilità alle forme tradizionali d’assistenza pubblica senza tuttavia riuscire ad arginare completamente l’incremento generalizzato della spesa legata alle necessità socio-economiche emergenti dalla società contemporanea italiana.
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