Un buco nero supermassiccio nella galassia SDSS1335+0728 si risveglia e emette raggi X

Un buco nero supermassiccio nella galassia SDSS1335+0728 emette lampi regolari di raggi X, un comportamento inusuale che suscita l’interesse degli astronomi e apre nuove prospettive di ricerca.
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Un recente studio ha rivelato che un buco nero supermassiccio situato al centro della galassia SDSS1335+0728, nella costellazione della Vergine, ha iniziato a emettere intensi lampi di raggi X a intervalli regolari. Questo fenomeno ha attirato l’attenzione degli astronomi, poiché rappresenta un comportamento inusuale per un oggetto celeste di questo tipo. La scoperta offre nuove opportunità di ricerca nel campo dell’astronomia.

La galassia SDSS1335+0728: caratteristiche e posizione

La galassia SDSS1335+0728 si trova a circa 300 milioni di anni luce dalla Terra ed è parte della costellazione della Vergine, una delle più grandi del cielo notturno. Questa costellazione è nota per ospitare numerose galassie e oggetti celesti interessanti. Fino a poco tempo fa, la galassia in questione non era considerata particolarmente degna di nota rispetto ad altre; tuttavia, il suo recente risveglio ha cambiato questa percezione.

Nel 2019, gli astronomi hanno osservato un’improvvisa luminosità proveniente da questa galassia. Questo evento ha spinto diversi telescopi ad analizzare la situazione con maggiore attenzione. Nel febbraio dello scorso anno, alcuni ricercatori cileni hanno registrato esplosioni regolari di raggi X che sembravano provenire dal nucleo della galassia stessa.

La scoperta del comportamento anomalo del buco nero supermassiccio al centro della SDSS1335+0728 è stata documentata in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Astronomy. Gli scienziati coinvolti nello studio sostengono che questo fenomeno rappresenta il risveglio dopo un lungo periodo di inattività del buco nero.

Il risveglio del buco nero: eruzioni quasi periodiche

Il buco nero supermassiccio all’interno della SDSS1335+0728 è stato soprannominato Ansky ed è ora classificato come “nucleo galattico attivo”. Le emissioni luminose che provengono da Ansky sono definite “eruzioni quasi periodiche” . Queste eruzioni presentano caratteristiche distintive rispetto alle QPE tipicamente osservate in altri buchi neri.

Le esplosioni generate da Ansky durano dieci volte più a lungo rispetto alle normali QPE e sono anche dieci volte più luminose. Ciò implica che ogni eruzione rilascia energia cento volte superiore rispetto ai precedenti eventi simili monitorati dagli scienziati.

Gli intervalli tra le varie emissioni sono anch’essi peculiari: durano circa 4,5 giorni anziché i tempi standard solitamente registrati per altri buchi neri attivi. Queste differenze hanno portato i ricercatori a riconsiderare le teorie esistenti riguardo alla generazione delle emissioni di raggi X nei buchi neri supermassicci.

Ipotesi sulle cause delle emissioni

Attualmente non ci sono evidenze dirette che suggeriscano che Ansky abbia recentemente inghiottito una stella o altro materiale significativo dal suo ambiente circostante; pertanto gli scienziati stanno esplorando altre possibili spiegazioni per questi lampi luminosissimi.

Una teoria emergente suggerisce che il buco nero possa emettere lampi quando piccoli oggetti celesti passano nelle sue vicinanze senza essere catturati completamente dalla sua gravità. Questa ipotesi potrebbe spiegare l’origine delle eruzioni quasi periodiche osservate finora ma richiede ulteriori dati e osservazioni per essere confermata o smentita definitivamente.

Il mistero dietro il comportamento anomalo del buco nero Ansky rimane irrisolto e continuerà ad essere oggetto d’indagine da parte degli astronomi nei prossimi mesi e anni mentre cercano ulteriormente chiarimenti su ciò che sta accadendo nel cuore della costellazione della Vergine.

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